Dal Settembre 2008 al Settembre 2004
NEPAL,
OGGI
Qualche notizia, commento ed immagini
da una storia ed una lotta poco conosciuta del nostro pianeta
da una storia ed una lotta poco conosciuta del nostro pianeta
e
del cammino di un POPOLO verso libertà e domocrazia
---------------------------------------------
Marco
Banchelli - membro onorario di SPORTS DEVELOPMENT NEPAL
23 settembre 2008
E l'ex
"primula rossa" dell'Himalaya incontrò il Presidente
degli Stati Uniti d'America...
18 agosto 2008
degli Stati Uniti d'America...
18 agosto 2008
LA GRANDE LEZIONE DEL NEPAL:
L'EX PRIMULA ROSSA DELL'HIMALAYA E' IL
NUOVO PRIMO MINISTRO !
Come da sempre
intuito e sostenuto da queste pagine, dopo l'elezione di Ram Yadav del partito
di centro del Congresso, Puspha Kamal Dahal (PRACHANDA) il leader del movimento
maoista, è stato nominato ed ha giurato da Primo Ministro.
Il PRIMO della nuova REPUBBLICA.
21 luglio 2008
Il PRIMO della nuova REPUBBLICA.
21 luglio 2008
ELETTO IL PRIMO PRESIDENTE
A 52 giorni di distanza dalla nascita
della Repubblica e dalla deposizione di Re Gyanendra il Parlamento del Nepal ha
eletto oggi il suo primo Presidente. Si tratta di Ram Baran Yadav, 61 anni,
Segretario generale del Partito del Congresso. Yadav è stato eletto con 308
voti contro i 282 di Raja Ram Prasad Singh del partito Maoista.
Così, dopo che sabato scorso nessun
candidato aveva ottenuto la maggioranza richiesta, oggi, al secondo tentativo e
grazie ad una particolarissima e nuova “alleanza” politica, si è avuto il
momento storico in cui il Nepal ha un “figlio del popolo” a guida del Paese.
Ram Baran Yadav è nato
nelle pianure del Terai, verso il confine con l'India, da una povera famiglia
di agricoltori, ma non è rimasto a coltivare la terra. Grazie ai sacrifici
della sua famiglia ed alla sua grande determinazione è riuscito a studiare ed a
diventare medico.
Eletto in Parlamento con ottimo risultato elettorale personale è stato nominato segretario generale e confidente del Primo Ministro Girija Prasad Koirala di cui pare raccolga carisma e personalità politica.
Eletto in Parlamento con ottimo risultato elettorale personale è stato nominato segretario generale e confidente del Primo Ministro Girija Prasad Koirala di cui pare raccolga carisma e personalità politica.
Il giuramento è già
stato fissato per mercoledì prossimo alle ore 15,00 nel Palazzo di Shital Niwas
che dovrebbe poi divenire la residenza ufficiale del Presidente. La prima frase
che Yadav ha pronunciato è stata:
“Questa è la vittoria della Democrazia,
la
vittoria di tutto il Popolo del Nepal”.
Si è poi recato al
saluto d'obbligo al suo principale sostenitore Koirala e, un po' a sorpresa, al
sacro tempio di Pashupatinath. Il Re era direttamente una reincarnazione
divina... un presidente certamente no, ma, sicuramente una visita al tempio di
Shiva nella sua forma di pastore delle greggi, di sicuro esprime, pur nel
grande cambiamento, un segno
di devozione e continuità.
di devozione e continuità.
L'alleanza che ha
portato Ram Baran Yadav all'elezione pare molto “varia”, dai Comunisti
Leninisti ai Marxisti fino ai Lavoratori e Contadini
e gli indipendentisti Madhesi, ed è soprattutto l'unica via che poteva tener
fuori e sconfiggere i maoisti.
e gli indipendentisti Madhesi, ed è soprattutto l'unica via che poteva tener
fuori e sconfiggere i maoisti.
Il dubbio è come la
prenderanno, loro. I vincitori delle elezioni che avrebbero voluto tutte le
cariche... Da chi e come, verrà formato il prossimo governo?
Il percorso certo che non poteva essere semplice, ma ci saranno ricadute
di violenza ? Un po' di timore c'è, inutile negarlo. Ma come non notare adesso, nell'incontro tra il nuovo Presidente, con tanto di tika in fronte
e kata al collo, ed il leader maximo maoista Prachanda la loro soddisfazione ed il loro sorriso...
Il percorso certo che non poteva essere semplice, ma ci saranno ricadute
di violenza ? Un po' di timore c'è, inutile negarlo. Ma come non notare adesso, nell'incontro tra il nuovo Presidente, con tanto di tika in fronte
e kata al collo, ed il leader maximo maoista Prachanda la loro soddisfazione ed il loro sorriso...
Sembrano sinceri: partiamo da qui !
Nel giorno dell' EVEREST il grande
annuncio:
29 maggio 2008
29 maggio 2008
IL NEPAL E' UNA REPUBBLICA !
Anche un po' di "viola" nei
colori della nuova repubblica dell'Himalaya:
DAL TETTO DI FIRENZE... AL TETTO DEL
MONDO !
Il Viola Club Kathmandu festeggia a
Firenze il 55° anniversario della conquista della montagna più alta del mondo,
l'EVEREST.
Molto importanti e graditi gli
interventi di tutti gli ospiti ed amici che nel corso della giornata hanno
partecipato di persona od in collegamento radiofonico all'evento organizzato
come fosse stata una vera e propria avventura in Himalaya dal ciclo-nauta,
Ambasciatore di Pace di Firenze, Marco Banchelli. Molto intenso anche l'intervento dell'ex
calciatore di Juventus e Fiorentina, Moreno Torricelli che ha sottolineato i
valori della passione e dell'amore nello sport come il più autentico dei
carburanti per gli atleti e come deterrente di violenze ed eccessi. Soprattutto
oggi, un giorno che ricorda anche la strage dello stadio Hysel, nella finale di
Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool del 1985.
Ma anche le testimonianze di Takagi
Yoshimasa dell'Istituto Soka Gakkai e Tiziana Ciassullo del centro Lama
Gangchen di Milano sono state importanti, oltre che simpatiche. Dopo un brindisi presso l'edicola LE
NEWS di Castello, lo speciale di "CICLISTIperCASO" dalla sede
di TUTTORADIO di Via Bruni con Alessandra MAGGIO, si è poi concluso dal
Piazzale Leonardo con l'incontro di Banchelli con il vice-presidente del Viola Club Kathmandu, Marcello Mariotti e con Silvano Fratoni dell'
Associazione Centro Coordinamento Viola Club che ha consegnato al Viola Club alcuni gadget
tra cui lo stupendo libro-raccolta di 40 anni di storia viola
"Tifosi".
E, in uno straordinario scenario reso
ancora più particolare dall'atmosfera himalayana monsonica di oggi, con un
collegamento telefonico con Kathmandu dove la direttrice della "Casa della
Compassione", Sister Deepa ha raccontato in diretta la gioia della gente del
Nepal per la nascita della Repubblica dopo quasi 240 anni di monarchia molto,
molto assoluta.
Una gran bella festa ed un modo assai
particolare di dare il benvenuto allo stesso Alberto Gilardino, giusto da oggi
nuovo protagonista del piccolo-grande sogno della Fiorentina... E da Firenze al Nepal ed al mondo , per
voce e ferma convinzione di Marco Banchelli, comunque una "certezza":
qualunque possa essere il percorso ed il travaglio degli uomini nelle vicende
sportive come in quelle della vita, in Nepal ci saranno sempre una regina ed un
re: l' HIMALAYA, regina assoluta della grandezza e del sacro della natura, e l'
EVEREST, suo degno consorte e
RE.
Fino alla fine dei tempi...
12 aprile 2008
ARRIVANO I PRIMI RISULTATI DELLE
ELEZIONI...
IL NEPAL ED I MAOISTI
La sensazione che il gruppetto
“Banchelli-Tosto” ha avvertito per le strade di mezzo Nepal nel corso delle
varie tappe del viaggio non è stata smentita. Almeno non in questa prima fase
di riscontro voti.
Gli ex-guerrieri e ribelli maoisti guidati dall'ex “primula rossa” dell'Himalaya Pushpa Kamal Dahal detto Prachanda, sono in testa! Dopo le ultime ore di campagna elettorale e di vigilia con tensioni ed anche gravi incidenti che hanno causato una decina di vittime, le storiche elezioni del 1 aprile hanno avuto regolare svolgimento un po' in tutto il paese.
Gli ex-guerrieri e ribelli maoisti guidati dall'ex “primula rossa” dell'Himalaya Pushpa Kamal Dahal detto Prachanda, sono in testa! Dopo le ultime ore di campagna elettorale e di vigilia con tensioni ed anche gravi incidenti che hanno causato una decina di vittime, le storiche elezioni del 1 aprile hanno avuto regolare svolgimento un po' in tutto il paese.
La percentuale votanti si è
assestata sul 60% conclusivo che, per queste terre, è proprio una grande
affluenza! Un piccolo record pare sia stato stabilito in una sezione di un
villaggio a ovest di Pokhara dove si è avuto il 100%. Ma non solo.
I “23” aventi diritto infatti, avevano già ultimato il loro compito alle 7,10 del mattino! Praticamente dieci minuti dopo l'apertura del seggio... Sempre grande questo Nepal: dalle infinite montagne ai piccoli record!
I “23” aventi diritto infatti, avevano già ultimato il loro compito alle 7,10 del mattino! Praticamente dieci minuti dopo l'apertura del seggio... Sempre grande questo Nepal: dalle infinite montagne ai piccoli record!
Pare proprio che si stia
delineando una vittoria dei maoisti che sono riusciti a cogliere consensi anche
in alcuni collegi di Kathmandu. Il Partito del Congresso, che alcuni vedevano
favorito, si deve al momento accontentare del maggior numero di preferenze
assolute colte da Prakash Man Singh
nel seggio n° 1 della capitale.
nel seggio n° 1 della capitale.
Mi torna in mente con grande
intensità adesso la prima intervista
che Prachanda rilasciò verso la fine del 2006 quando il suo pacifico ingresso nella valle di Kathmandu dette finalmente un volto ed una voce
alla sua figura.
che Prachanda rilasciò verso la fine del 2006 quando il suo pacifico ingresso nella valle di Kathmandu dette finalmente un volto ed una voce
alla sua figura.
C'era chi pensava perfino non
esistesse... Ed invece c'era, eccome! Addirittura scelse come sede provvisoria
il Planet Bhaktapur dell'amico Francesco, proprio quella dove pochi giorni or
sono si è giocata la partita della Pace tra “tifosi” Fiorentina-Inter...
All'inviato del “L'espresso”, nel
cortile interno del Planet, più o meno Prachanda diceva:
"Il nostro Paese e la nostra gente hanno bisogno soprattutto di prosperità. Adesso siamo un paese molto povero e non perché ci manchino le risorse o le capacità, ma per colpa di chi ci ha governato finora. Il Nepal, con le sue montagne, ha per esempio un grande potenziale in termini idroelettrici. Il turismo può diventare un altra importante fonte di benessere. Il Terai è una terra fertilissima. Insomma ci sono notevoli opportunità. Ma abbiamo bisogno di sviluppo, di trasporti, di ricerca scientifica e tecnologica. Tra dieci anni, con un buon governo, potremmo essere uno dei paesi più ricchi del Sud-est asiatico. Il Nepal avrà un'economia mista, anche se non seguirà ciecamente il liberalismo occidentale. I capitali internazionali, se investiti nell'interesse del popolo nepalese, saranno i benvenuti”...
"Il nostro Paese e la nostra gente hanno bisogno soprattutto di prosperità. Adesso siamo un paese molto povero e non perché ci manchino le risorse o le capacità, ma per colpa di chi ci ha governato finora. Il Nepal, con le sue montagne, ha per esempio un grande potenziale in termini idroelettrici. Il turismo può diventare un altra importante fonte di benessere. Il Terai è una terra fertilissima. Insomma ci sono notevoli opportunità. Ma abbiamo bisogno di sviluppo, di trasporti, di ricerca scientifica e tecnologica. Tra dieci anni, con un buon governo, potremmo essere uno dei paesi più ricchi del Sud-est asiatico. Il Nepal avrà un'economia mista, anche se non seguirà ciecamente il liberalismo occidentale. I capitali internazionali, se investiti nell'interesse del popolo nepalese, saranno i benvenuti”...
Pare proprio che queste parole
siano adesso attese da conferme! Intanto, se ce ne fosse il bisogno, potrebbero
comunque dare a chi avesse dubbi, qualche chiarimento e rassicurazione.
Il Nepal non dovrebbe chiudersi tra montagne e regimi dittatoriali. Anzi: sarà ancora e sempre più presente e aperto, pronto ad offrire a noi tutti il suo messaggio ed il suo contributo.
Il Nepal non dovrebbe chiudersi tra montagne e regimi dittatoriali. Anzi: sarà ancora e sempre più presente e aperto, pronto ad offrire a noi tutti il suo messaggio ed il suo contributo.
27 febbraio 2008
DAL TERAI ALLA VALLE DI KATHMANDU: ALTA TENSIONE
DAL TERAI ALLA VALLE DI KATHMANDU: ALTA TENSIONE
Oramai da giorni va avanti uno sciopero
generale nelle regioni basse del Nepal. Quelle confinanti con l'India, le terre
del Terai. Il Fronte Democratico Unito dei Madhesi (UDMF) ha messo sotto scacco
il Nepal proprio alla vigilia del momento più importante delle elezioni.
Chiedono e vogliono, anche seguendo il recente esempio del Kosovo, autonomia ed
indipendenza e paiono proprio decisi a non mollare...
In questi giorni il Primo Ministro Koirala ed il leader maoista Prachanda stanno riunendosi per vedere di risolvere accontentando le richieste , ma non sembra semplice.
In questi giorni il Primo Ministro Koirala ed il leader maoista Prachanda stanno riunendosi per vedere di risolvere accontentando le richieste , ma non sembra semplice.
Pare che i Madhesi, sostenuti in qualche
modo da India e simpatizzanti della famiglia reale, stiano tentando di
destabilizzare un ordine già precario di per sé, e riuscire ad ottenere il
rinvio delle elezioni ed una recupero della stessa monarchia.
C'era da immaginarselo che qualcosa
sarebbe intervenuto a complicare ancora la salita verso la democratizzazione
del Nepal. Il problema in ogni caso pare di una certa consistenza ed il caos ed
il disagio pare aumentare ogni giorno soprattutto nell'isolata valle di
Kathmandu.
Energia elettrica, carburanti, prodotti
di prima necessità sono sempre più razionati e la confusione ed
i problemi, già a livello di guardia, potrebbero anche degenerare se
dovessero perdurare anche solo per pochi giorni.
Tiziana, rientrata la scorsa settimana,
e Francesco da Bhaktapur con cui ho avuto modo di parlare per telefono, a voce
confermano in diretta questo clima e la mia prossima "missione" di
Pasqua viene a prendere nuovi connotati e significati.
Di sicuro aumentano incertezza e
preoccupazioni, per fortuna di pari passo al desiderio di continuare ad essere
utili alla causa di tutto un popolo ed alla Pace.
La partita di calcio della Fiorentina
(quella vera) ed il Viola Club "più alto del mondo" possono ancora
aspettare... L' Amore no.
14 febbraio 2008
VERSO PASQUA...
Girija Prasad Koirala |
Chissà come vivrà questa Pasqua il Nepal
dopo che Koirala già tanto ha concesso anche alla comunità cattolica. Dopo che
il Natale è divenuto "festivo", forse seguirà la stessa cosa anche la
Pasqua...
Auguriamoci che la vera
"FESTA", per TUTTI, possa mettere le basi e proseguire, dopo.
Un paio di mesi, dovrebbero bastare...
28 dicembre 2007
CI
SIAMO: IL NEPAL DIVENTA REPUBBLICA !
Oggi il Parlamento nepalese ha abolito
con una schiacciante maggioranza la monarchia che dal 1769 reggeva il Paese.
Con 270 voti su 371 l'Assemblea ha deciso di adottare per il Nepal la formula
della 'Repubblica federale' che entrerà in vigore dopo le elezioni
dell'assemblea costituente previste per aprile 2008.
Al Primo ministro Koirala il titolo di
"presidente provvisorio" che ufficiosamente e nella pratica gli
apparteneva dall'Aprile 2006...
19 ottobre 2007
DA PRACHANDA ALLA... FIORENTINA !
I maoisti sono usciti dal governo e le
elezioni del 22 novembre sono state definitivamente rinviate... ma tutto
procede! La crisi del petrolio e la coda di un monsone che quest'anno ha
colpito con particolare violenza, danno disagio, certo, ma neppure loro possono
evitare ciò che lentamente ma "inesorabilmente" pare segnato: la
costruzione di una Pace duratura e la nascita della prima Repubblica
dell'Himalaya... Ma la grande novità di oggi che riguarda
il Nepal tocca molto da vicino anche l'Italia dello sport e Firenze e la sua
squadra in particolare. C'è posta per il Presidente della Fiorentina Andrea
Della Valle! Una lettera che Karna Sakya, Presidente Onorario del Viola Club KATHMANDU
mi ha affidato con l'incarico di consegnare personalmente. Una lettera preziosa
contenuta in un cofanetto che sa tanto di "tesoro"! E potrebbe anche
esserlo, un tesoro. Una proposta ed un gesto che potrebbe avere un valore
inimmaginabile per le terre dell'Himalaya e non solo...
VIVA il NEPAL, quindi e... ALE' VIOLA !
5 settembre 2007
Tante altre vicende sono accadute in
questi ultimi mesi. Dalla cerimonia per Padre SHARMA (5 maggio), alle elezioni
di giugno rinviate
(al 22 novembre - ?), dalle intense emozioni di Pasqua fino alle tre esplosioni di domenica scorsa... Era dall'aprile 2006, dalla grande rivolta pacifica di tutto un popolo, che a Kathmandu non echeggiavano sinistri fragori di bombe. INDUBBIAMENTE la strada verso la democrazia, la pace e la prospettiva di un futuro migliore, in Nepal come in ogni altra zona del mondo, è in salita...
(al 22 novembre - ?), dalle intense emozioni di Pasqua fino alle tre esplosioni di domenica scorsa... Era dall'aprile 2006, dalla grande rivolta pacifica di tutto un popolo, che a Kathmandu non echeggiavano sinistri fragori di bombe. INDUBBIAMENTE la strada verso la democrazia, la pace e la prospettiva di un futuro migliore, in Nepal come in ogni altra zona del mondo, è in salita...
PRACHANDA, che con i suoi ex-ribelli è
già da tempo entrato anche nel Governo provvisorio presieduto da Koirala,
giusto ieri pare abbia lanciato una nuova proposta non da poco. Arrivare alla
proclamazione della REPUBBLICA prima delle prossime elezioni. Infatti,
qualunque sia la matrice delle esplosioni (movimenti indipendentisti del Terai,
fedeli della monarchia), per arrivare in un clima più sereno possibile alle
urne pare quasi inevitabile a questo punto l'allontanamento di
certe figure. Del resto i numeri esprimono già chiaramente le scelte
del popolo (l'80%) e la proposta di attendere l'Assemblea Costituente eletta,
pare, a questo punto, del tutto inutile e forse anche natura di nuove e più
intense tensioni.
Il sovrano negli ultimi mesi ha perso un
po' tutto: potere, palazzi, divinità (...). Anche in alcune cerimonie ufficiali
il Primo Ministro KOIRALA ha svolto le sue "veci". La corona ha le
ore contate ed oramai non resterebbe che un abbandono decoroso .
Sarà possibile ? E' come se Gyanendra
avesse adesso in mano un ultima "palla" da giocare, per perdere
meglio, per lasciare almeno un minimo di ricordo dignitoso alle sue genti. Sarà
in grado di comprenderlo ?
Intanto si avvicina la festa di
INDRAJATRA e chissà questa volta a chi porrà la tika sulla fronte la Kumari, lapiccola Dea bambina di Kathmandu...
11 febbraio 2007
Ieri Papa BENEDETTO XVI° ha
elevato la "prefettura apostolica" del Nepal a "vicariato"
nominando Fr. Anthony SHARMA
primo VESCOVO del NEPAL !
Naturalmente IMMENSA la gioia di tutti i
cattolici ad iniziare dai "nostri" Fr PIUS e Sister DEEPA e Fr George e gli altri. Ma grande soddisfazione anche tra altre realtà del paese ad iniziare dai buddisti che ricordano la coincidenza dei primi padri cappuccini che giunsero in Nepal verso la metà del 1700. Tra loro Padre Orazio da Pennabilli (!) amico di Erus Sangiorgi e con lui protagonista delle mitiche puntate di "TURISTI per CASO" di qualche anno fa. Pontefice di allora era il predecessore di nome dell'attuale,BENEDETTO XV°! Curioso... casuale... e non certo poco!
cattolici ad iniziare dai "nostri" Fr PIUS e Sister DEEPA e Fr George e gli altri. Ma grande soddisfazione anche tra altre realtà del paese ad iniziare dai buddisti che ricordano la coincidenza dei primi padri cappuccini che giunsero in Nepal verso la metà del 1700. Tra loro Padre Orazio da Pennabilli (!) amico di Erus Sangiorgi e con lui protagonista delle mitiche puntate di "TURISTI per CASO" di qualche anno fa. Pontefice di allora era il predecessore di nome dell'attuale,BENEDETTO XV°! Curioso... casuale... e non certo poco!
15 gennaio 2007
ANCORA PIU' STORICO !!!
I rappresentanti degli oramai sempre più
"ex" rivoltosi maoisti entrano a far parte del nuovo parlamento
provvisorio che accompagnerà (e guiderà) il Nepal verso le elezioni
dell'Assemblea Costituente che dovrebbero tenersi nel prossimo mese di giugno.
Dalit (gli appartenenti alla casta più
bassa, quella dei così detti "intoccabili"), esponenti tribali,
donne, anche un monaco buddista e un chierico islamico sono stati scelti dai
maoisti per 10 degli 83 seggi loro spettanti sui 330 del Parlamento. Ed anche
questo non è certo un aspetto di poco conto...
GRANDE progetto per il nuovo ordinamento
del Paese.
Ma non solo. Pur (e certo) con una
strada ancora non perfettamente in discesa, sembra che siano ancora attivi
alcuni gruppi di rivoltosi dissidenti alla strada degli accordi, su ordine del
capo supremo Prachanda, le truppe armate maoiste hanno iniziato a deporre le
armi sotto lo sguardo e la coordinazione dei rappresentanti ONU attualmente
presenti in Nepal:
GRANDIOSO ! E perdonate forse un eccesso
di enfasi, ma come dire per chi ama da sempre e forse anche da prima (...)
questa Terra e questo Popolo, la gioia e l'emozione è veramente enorme !
Prende ogni ora più valore anche la
prossima testimonianza diretta prevista per la fine del mese di marzo. Un'occasione
straordinaria per essere ancora più presenti e partecipi di un momento storico
e di vicende che viste in un'ottica planetaria paiono ogni giorno sempre più
uniche che rare...
A presto... NEPAL !
NOVEMBRE 2006
Quasi a
sorpresa, dopo alcuni giorni di apparente "stallo", il leader-maximo
PRACHANDA ha finalmente dato l'annuncio che tutte le persone di "buona
volontà" attendevano:
I MAOISTI ABBANDONANO LE ARMI E SI
AFFIDANO COMPLETAMENTE
E SENZA RISERVE AL PERCORSO DI DEMOCRATIZZAZIONE DEL NEPAL ATTRAVERSO GLI STRUMENTI DEL DIALOGO E DELL'ACCORDO CON LE FORSE POLITICHE PARLAMENTARI.
E SENZA RISERVE AL PERCORSO DI DEMOCRATIZZAZIONE DEL NEPAL ATTRAVERSO GLI STRUMENTI DEL DIALOGO E DELL'ACCORDO CON LE FORSE POLITICHE PARLAMENTARI.
Resta in
sospeso il futuro della monarchia, almeno fino a quando il percorso della
libertà, con elezioni previste per il giugno 2007, e la futura assemblea
costituente decideranno in forma popolare le sorti del regno. Al popolo quindi,
quello non armato, spetterà l'eventuale decisione di avviarsi verso quella che
potrebbe essere la "Ia REPUBBLICA".
Ma, come si
dice: senza fretta...
Adesso la fase
primaria che pare essere imboccata con fermezza e decisione è solo una: la
costruzione di uno stato democratico e di una Pace duratura.
NAMASTE'... NEPAL !
11 ottobre 2006
11 ottobre 2006
Potremmo oramai essere ad una svolta
decisiva nel percorso del popolo del Nepal e del suo futuro. A giorni, forse a
ore, dovrebbero tornare a riunirsi a Kathmandu i rappresentanti dell'Alleanza
dei "sette partiti" con la delegazione ufficiale, guidata dal leader
assoluto Prachanda, degli ex-rivoltosi maoisti.
La riunione è stata interrotta dal
Presidente dell'Assemblea e Primo Ministro provvisorio Koirala per poter
formulare un'ipotesi accettabile da tutti di quello che oramai è rimasto
il nodo cruciale degli accordi: il destino della monarchia.
I "maoisti" hanno infatti
affermato che in caso di accettazione da parte dell'assemblea di avviare i
procedimenti per la costituzione del nuovo stato libero e repubblicano del
Nepal, loro sarebbero pronti a trovare soluzioni a tutti gli altri punti nel
giro di un'ora ! Compreso ovviamente il punto smilitarizzazione, gestione armi
e formazione delle nuove truppe e del nuovo esercito. Altro nodo che
pareva cruciale, anche per le stesse Nazioni Unite, ma sulla cui priorità
potevano benissimo esserci dei dubbi. Ed infatti... E' Re Gyanendra e quello
che dovrebbe essere il suo successore, Principe Paras, che da sempre,
praticamente dal momento seguente al giorno del "loro" insediamento
nel giugno 2001, l'obiettivo primario dei rivoltosi. E non solo di
loro. Troppi fatti oscuri, troppi dubbi a fare tante tristi certezze, insopportabili
ipotesi di passato e di futuro a pesare gravemente ed irrimediabilmente sul
destino di quella che oramai era divenuta l'ultima ed unica discendenza.
Anche testimonianze dirette dal mondo
cattolico del Nepal confermano, oltre ad un lento ma costante miglioramento
delle condizioni di vita nel Nepal, la quasi impossibile evenienza
di una permanenza della monarchia.
Assemblea costituente, libere elezioni,
ripresa economica e di immagine, ad iniziare dal turismo, paiono oramai lì, ad
un passo. Probabilmente sono già in atto. E oltre dieci anni di guerra civile,
di repressioni, dittatura e grandi timori sono come non mai vicini non solo ad
una loro conclusione ma anche e soprattutto ad un progetto concreto di
realizzazione e sviluppo.
Non resta che stare ancora col fiato
sospeso. Forse il tempo di una sola breve apnea...
Settembre 2006
Settembre 2006
Un'altra estate sta passando. Anche in
Nepal. E' stato un periodo piuttosto intenso. Il monsone "meteo" ha
imperversato come da qualche anno non accadeva e frane ed inondazioni hanno
interessato più zone del paese. L'altro monsone, quello politico, pur senza
eclatanti scossoni ha proseguito tra alti e bassi il suo corso.
Non sarà semplice il processo di
democratizzazione e soprattutto non sarà semplicissimo dipanare la matassa
delle armi degli ex ribelli maoisti e quella legata alla figura del re, che
pare divida ancora il paese.
Monarchia si o no ? La risposta degli
ex-rivoltosi tanto chiara quanto di non semplice mediazione. Vedremo.
Importante adesso è parlare, confrontare idee e proposte, anche scontrarsi ma
non fermare ciò che il "mare" di aprile ha generato.
Venerdì 22 si aprirà una tre giorni di
conferenza molto attesa e su cui dovremmo direttamente ricevere informazioni da
Monica da Kathmandu. Ma non solo, anche Alessandro Bossini (del
"gruppo" CICLISTI per CASO) sarà presto per quelle strade che ben io
conosco e potrà direttamente testimoniare dell'aria che respirerà...
Intanto Padre PIUS ha inaugurato una
nuova piccola chiesa, a Godavari. Doveva chiamarsi ISUNATH (Casa di Gesù), poi,
per non offendere la popolazione induista, proprio all'ultimo momento, è stato
deciso di chiamarla ISHALAYA (Casa dell'Himalaya).
Forse anche meglio !
18 giugno 2006
STORICO !
Il "leader maximo" maoista Prachanda con i rappresentanti
dell'Alleanza dei Sette Partiti ! Siamo a Kathmandu, dopo l'incontro con il Primo Ministro KOIRALA !!! (Prachanda è l'unico con un
braccio sollevato...).
Pare proprio che siamo all'ingresso
ufficiale nella vita politica e democratica del Nepal degli ex-ribelli (e
"mai terroristi"...) maoisti ! Entro il 2007 dovrebbero essere
indette ed organizzate le prime vere elezioni ma assai prima dovrebbe essere
presa la decisione sul Re e la sorte monarchica del paese...
1 giugno 2006
SPERANZA DI LIBERTA', DEMOCRAZIA e PACE
SPERANZA DI LIBERTA', DEMOCRAZIA e PACE
Alla vigilia del 60° anniversario della
Festa della Repubblica d'Italia prosegue con slancio il processo di
rinnovamento e rinascita del Nepal e del suo popolo. Nelle ultimissime ore il
Parlamento ha proclamato i "21" morti dei diciannove ultimi giorni di
rivolta pacifica popolare MARTIRI. Un altro grande e significativo passo verso
un futuro di concordia e riappacificazione.
In questo percorso rimane ancora
da sciogliere il "nodo" RE. Pochi giorni fa, durante una
manifestazione pubblica indetta per la prima volta da dieci anni dal partito
maoista, i circa 200.000 partecipanti sono arrivati molto vicini al Palazzo
Reale. Non è accaduto niente ma la richiesta appare logica e conseguenza di
tutto quanto vissuto negli ultimi anni: Re Gyanendra deve lasciare il Nepal!
Incertezze o risposte inadeguate potrebbero portare ancora ad incontrollabili
reazioni.
Buone nuove anche dalle scuole autentica BASE di costruzione PACE per il Nepal
come per l'Italia e tutti gli alti paesi e popoli.
30 aprile 2006
... quasi mancano le parole !
VINCE
IL POPOLO, VINCE IL DESIDERIO DI LIBERTA' E PACE
Koirala "giura" prima del nostro Prodi (!), l'Alleanza ha già i
nuovi ministri, i maoisti annunciano un nuovo cessate il fuoco di tre mesi. Per
il momento Gyanendra rimane... ma tutto pare avviato come neppure le più rosee
delle previsioni avrebbero potuto immaginare. Adesso è FESTA: il domani può
arrivare !
25 aprile
2006
(San Marco)
Il MARE dell' HIMALAYA...
Nei miei
tanti viaggi nelle terre e nelle montagne del Nepal e nei loro racconti in
circoli e scuole della Toscana e dell’Italia, spesso mi capita di osservare e
sottolineare quella che era come una piccola mancanza di quei luoghi.
In mezzo a tanto di tutto, dai templi alle feste, dalle nevi eterne alle jungle, in Nepal mancava il mare…
E’ con una quasi infinita emozione, con brividi e commozione e con altre mille non meglio definibili sensazioni, che in queste ultime ore osservo come adesso in Nepal ci sia anche questo: il MARE !
Ed è il mare più grande e più significativo che un Paese possa avere, il mare fatto da migliaia e migliaia di esseri umani, da un intero Popolo che ha deciso di avviarsi insieme verso libertà e democrazia.
Non sarà certo semplicissimo, forse neppure breve, ma l’onda che questo mare genera si fa di ora in ora sempre più grande.
Attraverso la mia diretta esperienza di questi ultimi anni, dai primo segnali del 1996 in cui il malumore iniziava un nuovo percorso fino al giugno 2001 in cui Re Birendra, con tutta (o quasi…) la sua famiglia, veniva assassinato, ho sempre avuto ben più di una sensazione che anche il Nepal sarebbe cambiato.
Che non poteva essere più giusto vivere e testimoniare di poveri sorridenti e fieri (magari “approfittandone” noi stessi) e continuare poi nella pratica a far finta di niente.
A non tentare di accompagnare quelle genti verso le più elementari e normali delle aspirazioni.
Ogni giorno o quasi i miei amici mi hanno informano di come si evolveva la situazione.
Oggi la rete “internet” e le sue potenzialità consente di essere al corrente sulle vicende del Nepal e del mondo, in modo più completo da un monitor che non direttamente sul posto, se solo si vuole.
E le immagini che dalle varie località ho da sempre avuto modo di vedere mi hanno “rassicurato” in ogni momento che il mare sarebbe prima o poi arrivato anche là…
Provo anche un certo orgoglio a sentirmi amico di questo popolo che sfida coprifuoco e tirannia con grande forza e decisione ma anche e sempre con i soliti medesimi sorrisi e la grande voglia di crescere in Pace.
L’esercito non reagisce come potrebbe (?). Auguriamoci a questo punto che non lo faccia mai. Sparare per offendere sulla marea umana produrrebbe carneficina e non feriti.
Ed anche questa era una sensazione che tanti mi riportavano: quando il “momento” sarebbe arrivato, molti, anche delle forze governative, sarebbero stati con il popolo.
Le offerte di Re Gyanendra adesso non possono più essere sufficienti. Lui, suo figlio erede al trono Paras, del resto mai minimamente amati, hanno troppo tirato ed esasperato ed oramai non offrono una benché minima affidabilità.
Paiono ben allineate certe posizioni dei partiti dell’Alleanza e dei capi rivolta maoisti, ma in questo momento la scena non è per loro.
Dalla “BBC” immagini sono arrivate e rimbalzate finalmente anche sulle nostre RAI e Mediaset e quasi ogni giorno ci sono aggiornamenti e sviluppi, tutto il mondo può ora vedere e seguire questa vicenda e magari rendersi anche conto ed avere conferma di queste mie considerazioni e forse anche un po’ sentirsi parte di questa onda di libertà di questo straordinario, incontenibile mare dell’Himalaya…
6 aprile 2006
In mezzo a tanto di tutto, dai templi alle feste, dalle nevi eterne alle jungle, in Nepal mancava il mare…
E’ con una quasi infinita emozione, con brividi e commozione e con altre mille non meglio definibili sensazioni, che in queste ultime ore osservo come adesso in Nepal ci sia anche questo: il MARE !
Ed è il mare più grande e più significativo che un Paese possa avere, il mare fatto da migliaia e migliaia di esseri umani, da un intero Popolo che ha deciso di avviarsi insieme verso libertà e democrazia.
Non sarà certo semplicissimo, forse neppure breve, ma l’onda che questo mare genera si fa di ora in ora sempre più grande.
Attraverso la mia diretta esperienza di questi ultimi anni, dai primo segnali del 1996 in cui il malumore iniziava un nuovo percorso fino al giugno 2001 in cui Re Birendra, con tutta (o quasi…) la sua famiglia, veniva assassinato, ho sempre avuto ben più di una sensazione che anche il Nepal sarebbe cambiato.
Che non poteva essere più giusto vivere e testimoniare di poveri sorridenti e fieri (magari “approfittandone” noi stessi) e continuare poi nella pratica a far finta di niente.
A non tentare di accompagnare quelle genti verso le più elementari e normali delle aspirazioni.
Ogni giorno o quasi i miei amici mi hanno informano di come si evolveva la situazione.
Oggi la rete “internet” e le sue potenzialità consente di essere al corrente sulle vicende del Nepal e del mondo, in modo più completo da un monitor che non direttamente sul posto, se solo si vuole.
E le immagini che dalle varie località ho da sempre avuto modo di vedere mi hanno “rassicurato” in ogni momento che il mare sarebbe prima o poi arrivato anche là…
Provo anche un certo orgoglio a sentirmi amico di questo popolo che sfida coprifuoco e tirannia con grande forza e decisione ma anche e sempre con i soliti medesimi sorrisi e la grande voglia di crescere in Pace.
L’esercito non reagisce come potrebbe (?). Auguriamoci a questo punto che non lo faccia mai. Sparare per offendere sulla marea umana produrrebbe carneficina e non feriti.
Ed anche questa era una sensazione che tanti mi riportavano: quando il “momento” sarebbe arrivato, molti, anche delle forze governative, sarebbero stati con il popolo.
Le offerte di Re Gyanendra adesso non possono più essere sufficienti. Lui, suo figlio erede al trono Paras, del resto mai minimamente amati, hanno troppo tirato ed esasperato ed oramai non offrono una benché minima affidabilità.
Paiono ben allineate certe posizioni dei partiti dell’Alleanza e dei capi rivolta maoisti, ma in questo momento la scena non è per loro.
Dalla “BBC” immagini sono arrivate e rimbalzate finalmente anche sulle nostre RAI e Mediaset e quasi ogni giorno ci sono aggiornamenti e sviluppi, tutto il mondo può ora vedere e seguire questa vicenda e magari rendersi anche conto ed avere conferma di queste mie considerazioni e forse anche un po’ sentirsi parte di questa onda di libertà di questo straordinario, incontenibile mare dell’Himalaya…
6 aprile 2006
NEPAL: alta tensione in attesa di giorni
decisivi
Anche
nell’unico regno induista del nostro pianeta si prospetta un’autentica
“settimana santa” ! Dopo
essere entrati nell’undicesimo anno di lotta civile (lo scorso 13 febbraio) il
Nepal si appresta a vivere momenti che potrebbero essere fondamentali come non
mai per il suo futuro. Dal 6 al 9 aprile è stato indetto uno sciopero generale
che vede congiunti nella protesta sia i sette maggiori partiti, recentemente
unitisi in una vera e propria coalizione denominata S.P.A. (Seven Party
Alliance), sia i rivoltosi armati maoisti che hanno ripristinato “un cessate il
fuoco” unilaterale per agevolare la partecipazione della popolazione.
Il Sovrano
Gyanendra, che pare temere molto questa ennesima prova di unione, come
risposta, ha vietato a tempo indeterminato ogni forma di manifestazione ed
istituito nuovamente il coprifuoco nelle ore notturne all’interno della Valle
di Kathmandu. Ma non solo. In vari distretti di tutto il paese sono stati
bloccati tutti i mezzi di trasporto pubblico in modo da evitare flussi di
persone verso la capitale. E questo soprattutto per la giornata di sabato (8 aprile)
dove dovrebbe aver luogo la manifestazione più importante: un assembramento di
genti e di proteste contro il totalitarismo del Re e per il ripristino della
libertà e democrazia mai visto prima.
Nelle ultime
ore si hanno voci di altri arresti sia tra i leaders politici dell’Alleanza che
tra giornalisti dissidenti. Pare che il numero possa essere anche di qualche
centinaia. Di sicuro invece, ci sono stati numerosissimi arresti di avvocati,
medici e giornalisti che partecipavano ad una manifestazione di liberi
professionista che si è tenuta ieri “sfidando” il divieto governativo.
Intanto è stato definitivamente rinviato il grande “Concerto” da me organizzato ed in programma proprio per il giorno di Pasqua dalla Chiesa di Patan. Purtroppo, anche se la guerriglia mai ha direttamente interessato turisti e viaggiatori in maniera grave, i prossimi giorni in Nepal non sono sembrati proprio i più idonei né alla sicurezza né alla causa del progetto stesso. Auguriamoci che presto ci possano essere le condizioni adatte e che le note dell’electro-folkband dei NOFLAIZON di Campobasso possano levarsi a rappresentare l’Italia nel “nuovo” cammino del popolo del Nepal.
Intanto è stato definitivamente rinviato il grande “Concerto” da me organizzato ed in programma proprio per il giorno di Pasqua dalla Chiesa di Patan. Purtroppo, anche se la guerriglia mai ha direttamente interessato turisti e viaggiatori in maniera grave, i prossimi giorni in Nepal non sono sembrati proprio i più idonei né alla sicurezza né alla causa del progetto stesso. Auguriamoci che presto ci possano essere le condizioni adatte e che le note dell’electro-folkband dei NOFLAIZON di Campobasso possano levarsi a rappresentare l’Italia nel “nuovo” cammino del popolo del Nepal.
Anche al
segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, che ha inviato nelle ultime
ore un ulteriore invito al dialogo tra le parti ed al ripristino della
democrazia, non resta, come a tutti noi che abbiamo a cuore il Nepal e la
libertà e la democrazia e la dignità umana, di attendere, e non con poca
apprensione, i prossimi imminenti sviluppi.
13 febbraio
2006
Lettera
aperta al Presidente della Repubblica d'Italia
CARLO AZEGLIO
CIAMPI
Caro
Presidente
Perdoni se mi rivolgo a Lei con questo tono confidenziale, ma sono certo di non farle né un torto né uno sgarbo. Anzi confido proprio che lo possa gradire.
Ho sentito un irrefrenabile impulso nel doverlo fare proprio in queste ore di Olimpiadi, di grandi investimenti e grandi attese, di qualche timore e tanta sorveglianza, di festa e di contestazione, di sport e di montagna…
Ecco, la montagna. Autentico simbolo naturale universale di tutti i giochi olimpici invernali. E quando parlo di montagna a me vengono immediatamente alla mente le vette più straordinarie, imponenti e “sacre”: l’Annapurna, il Manaslù e le altre intorno, fino all’Everest. Tutta l’infinita catena dell’Himalaya, la “dimora delle nevi”.
Sicuramente saprà che delle 14 vette più alte del mondo che superano gli 8.000 metri d’altezza, ben 8 si trovano nel piccolo (e disastrato) Regno del Nepal.
Conosco bene quelle montagne e quei sentieri, teatro di grandi imprese sportive legate all’alpinismo. Negli ultimi venti anni ho avuto modo di avvicinarle in tante “tappe” con la mia bicicletta, ma devo confessarle che le mie piccole-enormi imprese avrebbero avuto ben poco valore se non fossi divenuto amico e mi sentissi di amare senza alcuna riserva il Nepal e tutte le sue genti.
Loro non hanno mai vinto una medaglia olimpica, né invernale né estiva. Tra l’altro credo proprio che non saranno neppure rappresentati a Torino. Pensi che sono talmente “sfortunati” che gli impianti sciistici, se realizzati, dovrebbero sorgere ben oltre i 4.000 metri d’altezza… Ma anche se ciò di per se non fosse un’impresa, lo sci e lo sport invernale in genere è molto, molto lontano dalla loro realtà quotidiana. Tutto pare terribilmente lontano in un paese senza libertà e democrazia.
In Nepal, giusto oggi, 13 febbraio proprio mentre le nostre olimpiadi sono in pieno svolgimento, ricorre un tragico anniversario: dieci anni di guerra civile. Una lotta tra i così detti rivoltosi “maoisti” e forze governative che ha causato oltre 12.000 vittime e 4.000 “scomparsi”, compresi ovviamente civili e bambini. Di sicuro anche in Nepal non avranno accolto il suo invito ad interrompere le ostilità per i “giochi”. In Nepal la gente neppure sa che ci sono, purtroppo…
Ma la cosa più grave per cui sono a scriverle è che neppure noi sappiamo che c’è il Nepal !
O meglio, che c’è questa situazione degenerata, un isolamento geografico e mediatico, un potenziale terreno di probabile nuova dittatura, di sicura battaglia e di continuo non-rispetto dei più fondamentali diritti dell’uomo.
In questo momento di festa e di sport per l’Italia, un’Italia che io stesso mi sento di aver rappresentato nella mia esperienza per le strade del mondo, dopo queste considerazioni, sono a rivolgerle un invito come primo cittadino del nostro paese e come garante di libertà, giustizia e democrazia. Un invito a RIVOLGERE un appello personale al Re del Nepal, Gyanendra affinché accetti il dialogo e le trattative che, sia i sette partiti d’opposizione (pare l’80% dell’elettorato) sia lo stesso leader maoista Prachanda, gli stanno chiedendo da mesi e mesi.
Il Sovrano dovrebbe arrivare a capire che oramai la sua politica ed il suo estremo tentativo di risoluzione hanno fallito. Che se ama il Nepal ed il suo popolo non può far degenerare ancora di più la situazione e scatenare un conflitto ancor più grave e definitivo. Oltre ad incalcolabili ulteriori lutti, darebbe un colpo terribile alla già non semplice situazione di paese povero del mondo.
La prego, accolga quest'invito che le rivolgo anche a nome di tutte le genti del Nepal, che mi sento di rappresentare, e sicuramente anche delle nostre genti d’Italia e di tutti coloro a cui stanno a cuore le vicende del mondo e la pace. E se un appello non basta, lo ripeta. Lo ripeta ogni giorno. Lo ripeta al Re del Nepal come a noi, ed ai nostri leader che in questo stesso periodo rischiano, come dire, di non darci il migliore degli esempi… Io sono fermamente convinto che la Pace nel mondo sarà possibile costruirla quando tutti ci sentiremo protagonisti: non tanto sui campi di battaglia ma nella vita di ogni giorno, nel dialogo e nel reciproco rispetto.
La ringrazio per l’attenzione e, qualunque sia l’esito di questa mia richiesta, mi permetta di ringraziarla per questi intensi e non semplici sette anni nei quali, come nostro Presidente, ha dato sempre, e soprattutto, dimostrazione pratica e vissuta di equilibrio ed esempio.
Perdoni se mi rivolgo a Lei con questo tono confidenziale, ma sono certo di non farle né un torto né uno sgarbo. Anzi confido proprio che lo possa gradire.
Ho sentito un irrefrenabile impulso nel doverlo fare proprio in queste ore di Olimpiadi, di grandi investimenti e grandi attese, di qualche timore e tanta sorveglianza, di festa e di contestazione, di sport e di montagna…
Ecco, la montagna. Autentico simbolo naturale universale di tutti i giochi olimpici invernali. E quando parlo di montagna a me vengono immediatamente alla mente le vette più straordinarie, imponenti e “sacre”: l’Annapurna, il Manaslù e le altre intorno, fino all’Everest. Tutta l’infinita catena dell’Himalaya, la “dimora delle nevi”.
Sicuramente saprà che delle 14 vette più alte del mondo che superano gli 8.000 metri d’altezza, ben 8 si trovano nel piccolo (e disastrato) Regno del Nepal.
Conosco bene quelle montagne e quei sentieri, teatro di grandi imprese sportive legate all’alpinismo. Negli ultimi venti anni ho avuto modo di avvicinarle in tante “tappe” con la mia bicicletta, ma devo confessarle che le mie piccole-enormi imprese avrebbero avuto ben poco valore se non fossi divenuto amico e mi sentissi di amare senza alcuna riserva il Nepal e tutte le sue genti.
Loro non hanno mai vinto una medaglia olimpica, né invernale né estiva. Tra l’altro credo proprio che non saranno neppure rappresentati a Torino. Pensi che sono talmente “sfortunati” che gli impianti sciistici, se realizzati, dovrebbero sorgere ben oltre i 4.000 metri d’altezza… Ma anche se ciò di per se non fosse un’impresa, lo sci e lo sport invernale in genere è molto, molto lontano dalla loro realtà quotidiana. Tutto pare terribilmente lontano in un paese senza libertà e democrazia.
In Nepal, giusto oggi, 13 febbraio proprio mentre le nostre olimpiadi sono in pieno svolgimento, ricorre un tragico anniversario: dieci anni di guerra civile. Una lotta tra i così detti rivoltosi “maoisti” e forze governative che ha causato oltre 12.000 vittime e 4.000 “scomparsi”, compresi ovviamente civili e bambini. Di sicuro anche in Nepal non avranno accolto il suo invito ad interrompere le ostilità per i “giochi”. In Nepal la gente neppure sa che ci sono, purtroppo…
Ma la cosa più grave per cui sono a scriverle è che neppure noi sappiamo che c’è il Nepal !
O meglio, che c’è questa situazione degenerata, un isolamento geografico e mediatico, un potenziale terreno di probabile nuova dittatura, di sicura battaglia e di continuo non-rispetto dei più fondamentali diritti dell’uomo.
In questo momento di festa e di sport per l’Italia, un’Italia che io stesso mi sento di aver rappresentato nella mia esperienza per le strade del mondo, dopo queste considerazioni, sono a rivolgerle un invito come primo cittadino del nostro paese e come garante di libertà, giustizia e democrazia. Un invito a RIVOLGERE un appello personale al Re del Nepal, Gyanendra affinché accetti il dialogo e le trattative che, sia i sette partiti d’opposizione (pare l’80% dell’elettorato) sia lo stesso leader maoista Prachanda, gli stanno chiedendo da mesi e mesi.
Il Sovrano dovrebbe arrivare a capire che oramai la sua politica ed il suo estremo tentativo di risoluzione hanno fallito. Che se ama il Nepal ed il suo popolo non può far degenerare ancora di più la situazione e scatenare un conflitto ancor più grave e definitivo. Oltre ad incalcolabili ulteriori lutti, darebbe un colpo terribile alla già non semplice situazione di paese povero del mondo.
La prego, accolga quest'invito che le rivolgo anche a nome di tutte le genti del Nepal, che mi sento di rappresentare, e sicuramente anche delle nostre genti d’Italia e di tutti coloro a cui stanno a cuore le vicende del mondo e la pace. E se un appello non basta, lo ripeta. Lo ripeta ogni giorno. Lo ripeta al Re del Nepal come a noi, ed ai nostri leader che in questo stesso periodo rischiano, come dire, di non darci il migliore degli esempi… Io sono fermamente convinto che la Pace nel mondo sarà possibile costruirla quando tutti ci sentiremo protagonisti: non tanto sui campi di battaglia ma nella vita di ogni giorno, nel dialogo e nel reciproco rispetto.
La ringrazio per l’attenzione e, qualunque sia l’esito di questa mia richiesta, mi permetta di ringraziarla per questi intensi e non semplici sette anni nei quali, come nostro Presidente, ha dato sempre, e soprattutto, dimostrazione pratica e vissuta di equilibrio ed esempio.
20 gennaio
2006
A PROPOSITO
DI UN SERVIZIO ANDATO IN ONDA IERI, su RAI 3. NELLA NOTTE
da un'e-mail
/ commento inviata ad amici... dal NEPAL ! Certo.
Anch’io ho
visto lo special “questa notte”, quello dove si parlava anche di Kathmandu…
Ed anch’io ne
sono rimasto sconvolto. Ma non per i tuoi motivi. Non solo.
Via via che
mettevo a fuoco il taglio del servizio e la conoscenza del giornalista del
Nepal e dei suoi tanti e gravi problemi, svariate cose e particolari mi
venivano rapidamente alla mente.
PRIMO: il
tempo di realizzazione. Pensa che sono praticamente sicuro che quello andato in
onda ieri è stato un “aggiornamento “ realizzato minimo nell’ottobre scorso, ma
forse anche prima! Già da novembre dicembre infatti le temperature certamente
non consentivano ai protagonisti di essere ripresi, intervistati, conosciuti
con l’abbigliamento leggero ed estivo che avevano ! E questo già fa perdere
molto sull’ATTUALITA’… (sarebbe come per le ultime dall’Iraq o da ogni altra
parte del mondo, ci dessero un notiziario della scorsa estate !!!).
Ed infatti non hanno parlato né del cessate il fuoco né della tregua interrotta
con la ripresa di armi e bombe (altro che sassi…)
SECONDO: le
torture… Io non ho mai incontrato “torturati” (che comunque ci sono, come ci sono
in ogni guerra e come sicuramente sono da annoverare tra le
esperienze più gravi e squallide del genere umano), e neppure i miei amici
(ricchi o poveri, governativi o non) me ne hanno parlato in maniera così
drammatica. Dal filmato pareva che ad ogni angolo si potessero vedere… ed
infatti hanno inserito ex-lebbrosi e portatori di vari handicap, che invece si
incontrano spesso, ma che non hanno a che fare con la guerra civile!
TERZO: gli
appelli dei familiari degli scomparsi… Pensa che tra le parole della traduzione
che hanno messo in bocca ad un padre in cerca della figlia ci
sono state anche quelle in cui più o meno chiedeva pietà e quanto meno,
pensando che sia stata uccisa, di riavere il corpo su cui piangere... Bene (o
male!): ma lo sai che in Nepal i corpi non si “conservano”? Neppure quelli dei
cristiani (di cui vengono messe in piccole urne alcune ceneri). In Nepal, come
del resto in India, i cadaveri vengono cremati e non seppelliti
! Quindi i pianti MAI avvengono su tombe o in cimiteri che non ci
sono...
QUARTO: per
fortuna certi “massaggi” (anche se ci sono centri di Ayurvedica “seri”) si sono di gran lunga ridotti negli ultimi anni
(certo anche per la diminuizione del flusso turistico ?!?) e comunque siamo
stati noi stessi, turisti non preparati, a sconvolgere una loro straordinaria
forma di vera e propria cultura del corpo. Invece MAI ho incontrato ragazze che
si prostituivano nei bar, ad esempio. Almeno non nei bar che io frequento
! E posso assicurarti che il dramma della prostituzione maschile e
femminile, della pedofilia e di tutto ciò che gira intorno è MOLTO ma
molto più drammatico in altre zone dell’Asia e del mondo (Italia e Firenze
comprese !!!).
QUINTO: non
me ne vengono altri se non un commento generale.
Un servizio
fatto ad arte proprio (e solo) per impressionare ! Come la TV pare indirizzata
a realizzare sempre più… Certo che i discorsi sulla democrazia erano molto
giusti. Ma come dire, tutto quel pietismo, quel senso quasi gratuito di orrore
ricercato (hanno mostrato anche vittime di scontri senza alcun rispetto né per
loro né per noi) certo non fa bene né all’informazione corretta né al
Nepal.
Perché vedi
in Nepal qualcosa si potrebbe fare, anche “noi”. NOI, Europa, ONU, Italia,
"Noflaizon", Marco e …
E questo non
si è avvertito nel servizio. Purtroppo. La speranza di soluzione dei problemi
del Nepal e del mondo viene anche da noi, certo. Senza una piena
responsabilità, coinvolgimento e percorso comune dell'intera comunità
internazionale oggi (e ancor più domani) non si va da nessuna parte. Continua a
starmi vicino che qualcosa comunque FAREMO. Anche da soli!
Ti assicuro
che il Nepal non è quell’orrore che hanno mostrato ieri in TV dove, come tu ben
osservi, "hanno mostrato solo la parte peggiore", e questo
proprio per continuare a generare ed alimentare angoscia e terrore in
“noi” spettatori. Farci sentire male e soprattutto impotenti…
Il NEPAL è
anche un paese ricco di splendori di natura e arte, di cultura e fascino, di
grande dignità. Un Paese che ha voglia di crescere e di tornare ad offrire
serenamente al mondo quello di cui è testimone e di cui tutti avremmo tanto
bisogno. Il NEPAL adesso ha bisogno soprattutto di essere sostenuto, non
certo e non solo commiserato. Non lasciamolo "solo": è come un Amico,
un Amico VERO, di quelli che anche se si pensa di non conoscere
direttamente, comunque e sempre è da aiutare, allungare la mano, stargli
vicino.
20 dicembre
2005
Sono
rientrato da pochi giorni da una mia nuova "missione" in Nepal.
Nell'avvicinarsi del Natale aggiorno queste pagine con le mie ultime
riflessioni da Kathmandu, con la grande Speranza che la saggezza umana magari
anche accompagnata da preghiere, meditazioni e Amore possa portare ai migliori
sviluppi...
Intanto per
chi legge, per il Nepal, per l'Italia e per tutti
BUON NATALE e
BUON ANNO 2006 !
Kathmandu, 5 dicembre 2005
Dalla
COMPASSIONE alla GIOIA
Il termine
del cessate il fuoco in scadenza per il 3 dicembre è stato prorogato ancora di
un mese. Re Gyanendra ha quindi la possibilità di tentare quantomeno di finire
in bellezza. Accettando le condizioni che i colloqui tra maoisti e leader dei
"7" maggiori partiti gli hanno presentato per indire libere elezioni
e, soprattutto, rispettarne i risultati eviterebbe il riprendere nuovi e,
probabilmente, maggiormente devastanti scontri.
Se ama il suo Popolo ed il Nepal più della sua corona e del potere questa sarà forse un'occasione irripetibile di dimostrarlo.
La sensazione è che solo Re Gyanendra in questo momento possa decidere se avviare il Nepal verso un futuro incerto ma tutto da costruire o farlo piombare nelle tenebre più fitte.
Se ama il suo Popolo ed il Nepal più della sua corona e del potere questa sarà forse un'occasione irripetibile di dimostrarlo.
La sensazione è che solo Re Gyanendra in questo momento possa decidere se avviare il Nepal verso un futuro incerto ma tutto da costruire o farlo piombare nelle tenebre più fitte.
Intanto io,
per l'ultima tappa di questo mio nuovo viaggio, sono tornato in mezzo agli
amici più cari...
La Casa della Compassione è nata circa 10 anni fa per accogliere giovani adolescenti recuperate dal mondo della prostituzione, soprattutto nella vicina India. A gestirla sono le suore dell'Adorazione del Sacro Sacramento guidate dalla sempre più infaticabile Sister Deepa.
Adesso la "Casa" ha allargato il proprio raggio d'azione e, oltre ad offrire scolarizzazione ad un gruppo di ragazzi della zona Patan, ha recentemente isituito anche una sezione orfanotrofio.
Oggi anche da questo luogo di viva solidarietà assume un particolare significato anche il saluto per tutta la missione cattolica del Nepal che ho avuto l'onore di recare da parte del Cardinale Silvano Piovanelli insieme a delle pubblicazioni fotografiche sul pontificato di Giovanni Paolo II:
La Casa della Compassione è nata circa 10 anni fa per accogliere giovani adolescenti recuperate dal mondo della prostituzione, soprattutto nella vicina India. A gestirla sono le suore dell'Adorazione del Sacro Sacramento guidate dalla sempre più infaticabile Sister Deepa.
Adesso la "Casa" ha allargato il proprio raggio d'azione e, oltre ad offrire scolarizzazione ad un gruppo di ragazzi della zona Patan, ha recentemente isituito anche una sezione orfanotrofio.
Oggi anche da questo luogo di viva solidarietà assume un particolare significato anche il saluto per tutta la missione cattolica del Nepal che ho avuto l'onore di recare da parte del Cardinale Silvano Piovanelli insieme a delle pubblicazioni fotografiche sul pontificato di Giovanni Paolo II:
"Per mezzo di questo ambasciatore di pace che affronta in bicicletta le
strade più alte del mondo,
giunga l'espressionedella mia profonda comunione in Cristo, il riconoscimento sincero della vostra testimonianza evangelica e l'assicurazione della mia preghiera.
Il Signore vi faccia sentire la forza della sua presenza.
Vi mando la mia benedizione, mentre io domando la vostra.
SILVANO Card. PIOVANELLI "
giunga l'espressionedella mia profonda comunione in Cristo, il riconoscimento sincero della vostra testimonianza evangelica e l'assicurazione della mia preghiera.
Il Signore vi faccia sentire la forza della sua presenza.
Vi mando la mia benedizione, mentre io domando la vostra.
SILVANO Card. PIOVANELLI "
Dalla Casa della Compassione torno adesso con una commossa e sentita risposta sia per il Cardinale Piovanelli, sia per la Fondazione FRANCESCO CAFFE' di Firenze che, seguendo il proprio motto "dalla gioia al bene", da alcuni anni mi affianca nell'opera del sostentamento spese della Casa.
Ma soprattutto torno con la straordinaria sensazione addosso di aver ricevuto più che di aver dato.
Ed è sempre più forte...
NAMASTE' !
3
ottobre 2005
Con IMMENSO
piacere riporto "integralmente" quella che di sicuro è la
posizione ufficiale internazionale più completa e documentata.
FINALMENTE
anche la "nostra" Europa esprime con fermezza la sua posizione...
Strasburgo 29 settembre 2005
RISOLUZIONE
DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLA SITUAZIONE IN NEPAL
Il Parlamento
europeo
– vista la sua precedente
risoluzione sul Nepal del 23 febbraio 2005 in cui veniva condannato il colpo di
stato del Re Gyanendra e lo si invitava a revocare lo stato di emergenza e a
ripristinare i poteri parlamentari e le istituzioni democratiche,
– vista la dichiarazione del
6 settembre 2005 con cui la Presidenza, a nome dell'Unione europea, accoglieva
il cessate il fuoco da parte del presidente del Partito comunista nepalese
(Maoista) PCN(M), Prachanda
– vista la visita in Nepal
del Consigliere speciale del Segretario delle Nazioni Unite, Lakhdar Brahimi,
tenutasi nel luglio 2005,
– vista la visita della
Troika dell'Unione europea, prevista per il 4-6 ottobre 2005,
– visto l'articolo 115,
paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando che, il 1°
febbraio 2005, il Re Gyanendra, con un atto incostituzionale, ha sciolto il
governo, assunto i poteri e dichiarato lo stato di emergenza,
B. considerando che, dal
colpo di stato del re, è stata registrata in Nepal un'escalation di violenza e
che i poteri dell'Esercito reale nepalese non sono soggetti ad alcun controllo
in assenza di un governo eletto,
C. considerando che il colpo
di stato reale ha rafforzato la posizione dei gruppi di ribelli maoisti, che
contano più di 15.000 adepti e che controllano molti settori del territorio
nepalese,
D. considerando che
un'alleanza a sette, che raccoglie la maggior parte dei principali partiti
politici che detengono, nel loro insieme, più di 190 sui 205 seggi del
parlamento disciolto, chiede il ripristino della Camera dei rappresentanti del
1999 e l'avvio negoziati di pace con i maoisti,
E. considerando che, nel
maggio 2005, si sono svolte, a Nuova Delhi, riunioni tra i rappresentanti delle
parti e che, nell'agosto 2005, l'alleanza a sette si è dichiarata disposta a
nominare un gruppo congiunto per negoziati formali,
F. considerando che una
recente manifestazione per la pace, tenutasi a Katmandu e a cui hanno
partecipato 30.000 persone, ha chiesto la fine del lungo conflitto che ha
provocato circa 12.000 morti,
G. considerando che il
Nepal, con una popolazione di 23 milioni di persone, è tra i paesi più poveri e
meno sviluppati al mondo: circa il 42% della sua popolazione vive al disotto
della soglia di povertà, l'80% della popolazione vive in zone rurali e il tasso
di disoccupazione è pari al 47%,
H. considerando il
persistere di violazioni dei diritti umani fondamentali, tra cui le violenze
nei confronti di esponenti dei partiti democratici, la detenzione di attivisti
politici e dei diritti umani, l'arresto di 140 giornalisti durante
manifestazioni a favore della democrazia e le limitazioni alla libertà di
espressione per i sindacalisti,
I. considerando il
persistere della censura nei confronti dei mezzi di informazione e di gravi
violazioni dei diritti umani, tra cui la tortura, la detenzione, le
deportazioni, i sequestri e gli omicidi commessi dalle forze di polizia,
dall'Esercito reale nepalese, nonché dai ribelli maoisti e considerando che
centinaia di attivisti politici e dei diritti umani, giornalisti e sindacalisti
rimangono in stato di arresto,
J. considerando che il Nepal
registra il numero più elevato di "sparizioni" rispetto ad ogni altro
paese al mondo e l'impunità è un fenomeno molto diffuso; considerando che il
rischio di una crisi umanitaria aumenta con l'aumento degli sfollati
all'interno del paese,
K. considerando che i
diritti più fondamentali dei bambini vengono quotidianamente violati da tutte
le parti coinvolte nel conflitto,
L. considerando che l'UE ha
condannato i ribelli maoisti nepalesi per aver utilizzato bambini soldato,
1. si compiace per la
dichiarazione di cessate il fuoco da parte del PCN(M) e per i primi passi
effettuati dalla coalizione includendo i ribelli maoisti, al fine di
ripristinare i processi democratici in Nepal;
2. chiede un'azione urgente
da parte delle autorità nepalesi in vista dell'imminente visita della Troika;
chiede loro di partecipare attivamente alle riunioni per consentire una
proficua discussione, al fine di promuovere il processo di pace e ripristinare
la democrazia, con la guida e l'incoraggiamento della comunità internazionale;
3. invita il Re Gyanendra a
garantire la piena sovranità delle autorità democratiche parlamentari;
4. chiede alla comunità
internazionale di istituire un Gruppo di contatto, formato dalle principali
parti nepalesi e da organizzazioni internazionali (UE, USA, India e ONU) per
coordinare l'azione internazionale nei confronti del Nepal; propone che il
Parlamento europeo nomini un relatore speciale incaricato di seguire la
situazione;
5. si compiace per
l'iniziativa delle Nazioni Unite di inviare un relatore speciale e di istituire
un Ufficio per i diritti umani, incaricati di monitorare attentamente la
situazione dei diritti umani in Nepal;
6. chiede che il Gruppo di
contatto, formato dalle principali parti nepalesi, organizzi un seguito alla
Conferenza internazionale di Londra del 2002, in cui vengano definiti i
principi e i valori necessari a sostenere il processo di pace in Nepal e che
riunisca tutti gli attori principali della comunità internazionale, il Re
Gyanendra, i gruppi ribelli maoisti e i principali partiti politici;
7. chiede al Consiglio e
agli Stati membri di continuare la sospensione dell'aiuto militare; chiede che
tutti gli aiuti al Nepal vengano controllati e che vengano imposte sanzioni per
mantenere la pressione sul governo reale al fine di ripristinare la democrazia
ed esplorare tutte le vie che conducano a colloqui di pace;
8. invita la Commissione e
le amministrazioni degli Stati membri ad esaminare attentamente tutta
l'assistenza allo sviluppo diretta in Nepal e a controllare che essa sia
utilizzata per il suo scopo precipuo di alleviare la povertà e per affrontare
le cause che stanno alla base del conflitto nel paese;
9. rileva che le elezioni
comunali si terranno nell'aprile 2006; chiede lo svolgimento contemporaneo di
elezioni parlamentari; chiede all'UE di inviare una missione di osservazione
per controllare le elezioni; invita tutti i partiti politici a partecipare pienamente
alle elezioni;
10. condanna con forza la
violenza in tutte le sue forme e da qualsiasi parte essa provenga, sottolinea
la necessità di rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali in Nepal e
chiede, pertanto, sia al Re che ai maoisti di firmare accordi in materia per
eliminare gli abusi;
11. prende atto della
liberazione di taluni prigionieri politici, ma rimane fortemente preoccupato
per il fatto che altri leader politici, studenti e attivisti dei diritti umani
siano ancora prigionieri;
12. sottolinea che ogni
restrizione in materia di libertà dei mezzi di informazione deve essere
revocata immediatamente e che tutti i prigionieri politici detenuti dovrebbero
essere liberati o accusati;
13. chiede al Re di favorire
il rientro di 30.000 contadini Kapilvastu, sfollati a causa del violento
conflitto;
14. ribadisce la sua ferma
richiesta al governo nepalese di ripristinare l'Ufficio di assistenza ai
profughi tibetani a Katmandu e di consentire all'Ufficio di rappresentanza del
Dalai Lama di riprendere le attività, fornendo servizi di assistenza ai
rifugiati tibetani come partner dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per
i rifugiati;
15. incarica il suo
Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla
Commissione, a Re Gyanendra, ai governi dell'India e degli altri Stati membri
dell'Associazione per la cooperazione regionale dell'Asia del sud , al
Segretario generale delle Nazioni Unite e all'Alto Commissario delle Nazioni
Unite per i diritti dell'uomo.
5 settembre 2005
"TRE MESI" DI NOVITA' E
SPIRAGLI DI LUCE...
Massimiliano è già tornato in Italia !
Tutto bene. Nel senso che sia il
trekking che le ultime ore a Kathmandu sono filate per lui senza intoppi
anche se pure Massimiliano ha avuto modo di constatare da assai vicino "quanto poco sia amato il re"
(...).
In attesa di ricevere da lui, con calma
a questo punto, racconti e riflessioni, vi aggiorno sulle ultimissime.
Da ieri i maoisti hanno indetto un
"cessate il fuoco" unilaterale della durata di tre mesi. E questo
nell'avvicinarsi delle grandi feste induiste dell'anno (Dhasain - Thiar) ma
anche e soprattutto a poche ore di distanza dall'invito rivolto loro dai sette partiti
dell'opposizione parlamentare, a riprendere con rinnovato slancio qualcosa più
di un semplice tentativo di dialogo ed accordo.
Anche la comunità cattolica sottolinea
con sollievo, piacere e grande speranza questi ultimissimi segnali. Offre
eventualmente la sua collaborazione e disponibilità e soprattutto (come TUTTI)
auspica che non solo i prossimi tre mesi scorrano senza interruzioni o
ripensamenti , ma che siano da solida base per una prossima e duratura Pace.
_____________________________________________
Da un "diario"
Da un "diario"
Massimiliano è al suo primo viaggio in
Nepal
In queste pagine seguiremo nella maniera più integrale ed originale possibile come appare questo straordinario paese agli occhi di chi si dovesse trovare lì, in questo momento, normalmente... nel bel mezzo dei problemi e di una crisi che da troppo non trova sbocchi e soluzioni. Cosa riuscirà a trasmetterci Massimiliano ? Cosa riuscirà a comprendere ? E come troverà Kathmandu, i templi, le genti, il TREKKING e tutto il resto ? Aspettiamo con curiosità gli aggiornamenti, chissà, magari ogni tanto incrocerà anche qualche vecchia conoscenza...
In queste pagine seguiremo nella maniera più integrale ed originale possibile come appare questo straordinario paese agli occhi di chi si dovesse trovare lì, in questo momento, normalmente... nel bel mezzo dei problemi e di una crisi che da troppo non trova sbocchi e soluzioni. Cosa riuscirà a trasmetterci Massimiliano ? Cosa riuscirà a comprendere ? E come troverà Kathmandu, i templi, le genti, il TREKKING e tutto il resto ? Aspettiamo con curiosità gli aggiornamenti, chissà, magari ogni tanto incrocerà anche qualche vecchia conoscenza...
Massimiliano Tinelli: "IL MIO PRIMO
NEPAL"
27 luglio 2005 - sera
Sono veramente grandi amici i due, a
Marco sta molto a cuore Jeetbhadur e famiglia e l'ha dimostrato con fatti
concreti, anch'io nel mio piccolo ho e sto contribuendo alla mia
maniera. Al 1998 Marco e Jeet erano andati per montagne, colli e
quant'altro ben 11 volte, insomma il nostro amico nepalese sembra proprio
uno di cui fidarsi. Mi racconta che Marco pedala "duro", quando non
si puo' invece, prende la bici a tracolla e sgambetta "duro".
Marco e' veramente un personaggio qui,
lo conoscono in tanti - o almeno dicono cosi'- ed e' una bell'immagine per la
nostra Italia un poco malaticcia.
…Arriviamo a casa sua, una stanza piu'
piccola del mio bagno, l'accoglienza pero' e' da ospite di rango reale. E
bravo Jeet, ha una gran bella famiglia, i due bambini -Dinesh e Sarita- sono
simpatici, sorridenti, belli e svegli al punto giusto, la moglie non mi sembra
da meno. Dopo qualche minuto capisco che forse non sono i soli ad occupare
questa stanza, nella palazzina vivono parecchie famiglie e negli
"appartamenti" del boss campeggia il telefono
"pubblico" ...ecco spiegato il via vai quando gli telefono. Mi
offrono un bel te' bollente, parliamo di scuola, trekking e il desiderio di
Jeetbhadur di venire in Italia. Gli dico che la' per lui sarebbe peggio,
forse, qui almeno se la situazione paese tornasse ad essere quello
che era anni addietro, le sue qualita' di guida farebbero vivere
lui e la sua famiglia in modo degno.
Finito il te' Dinesh, suo padre ed io ci
avviamo all'Acap a prendere il permesso per il trekking, 2.000 rupie nepalesi,
ovvero sui 30 dollari americani. Usciamo dagli uffici e ci mettiamo d'accordo
di vederci domattina alle otto alla Guesthouse - alle 7
invece il telefono della mia stanza annuncera' il suo arrivo
piu' che mattutino. E' ora di pranzo e mi fiondo all'Helena's, ed ecco serviti
i miei primi "momo" al pollo. Sono dei grandi ravioloni con
ripieno abbastanza piccante, per la ricetta cercate su Google o qualcosa del
genere.
Qual'e' la maggiore attrazzione di
Kathmandu? Durbar Square sicuramente, allora devo proprio andarci anche di
giorno. L'idea e' quella di andare diritto alla meta, ma lungo la strada mi
fermo a curiosare piu' di una volta, tra cui Un altare votivo fatto con delle
monete inchiodate; mi spiegano che sono state messe li' da chi guarisce dal mal
di denti.Prima di entrare nella piazza mi fermo a fotografare i dettagli lignei
di un negozio, faccio una foto e il tipo mi fa entrare e spiega la
rave e la fava sui "thangkas". La parola significa dipinto e sono
fatti tutti sul cotone. Ce ne sono di tutti i colori, prezzi e qualita', il
trade union e' il sincretismo religioso tra divinita induiste e buddhiste
-almeno quelli che mi ha mostrato, a suo dire dipinti da monaci tibetani.
27 luglio 2005
Ho messo la sveglia alle 8, ma alle 6.50
suona il telefono in camera; cavolo e' Jeetbhadur, o meglio il portiere mi
avverte che la mia guida mi sta aspettando nella lobby. Mi vesto e scendo, Jeet
e' seduto, non ci siamo mai visti ma capiamo al volo chi e' chi.
Jeetbhadur e' piccolo, molto piu' piccolo di mio padre che e' ben un metro e
sessantanove....quindi il vino che ha dentro sara' sicuramente buono mio caro
babbo. Mi sembra molto timido, ma come prima cosa mi guida a fare
colazione a "Le Bistro'" e ovviamente parliamo di Marco Banchelli, il
"ciclista per caso"...
26 luglio 2005
L'illuminazione e' veramente al
lumicino, c'e' un'atmosfera da tempi antichi, quando il proprio mondo non
andava al di la' delle piazze, le colonne d'Ercole oltre le quali vi erano solo
le fantasie piu' fantastiche, il "Prete Gianni" su tutte.
Mi perdo nella piazza e mi aggancia un
ragazzo sugli scalini di uno dei templi. Mi bombarda di domande, ma non lo sto
a sentire granche', sono troppo preso da quello che mi gira intorno.
Dopo un po' riprendo i sensi, diciamo
cosi', mi incammino verso la Guest House e dall'uno al due mi ritrovo coinvolto
in una discussione sul futuro del Nepal; una svizzera, un nepalese ed io.
Ogni giorno ci sono dimostrazioni in piazza,
chissa' dove pero', noi occidentali non ci cozziamo quasi mai dentro. Il popolo
nepalese vuole il ritorno alla democrazia, Il Re cincischia e i
maoisti non si sa bene da dove vengono e da chi sono stati messi in piedi.
Il ragazzo nepalese dice che e' l'India a menare il gioco, vuole il Nepal.
Continua dicendo che c'e' un vecchio accordo con la Cina, ai cinesi il Tibet e
agli indiani il Nepal. Sara' cosi'? I due giganti asiatici si sono riavvicinati
negli ultimi tempi, quindi sembra proprio sia giunto il momento di rispettare
il vecchio accordo...e poi? C'e' gia' un precedente, Il Tibet, allora voi
potenti della Terra che non ascoltate niente e nessuno, sollevate il Nepal
dall'ergastolo in cui avete gettato il Paese dei Lama. Non lo faranno, ma non si
sa mai!
Mangio il mi primo Dhal bhaat e poi a
nanna, non c'e' il coprifuoco, ma qui alle 10 la vita e' con la luce spenta.
25 luglio
2005
Sono a Kathmandu e il primo
impatto mi trasmette una grande serenità. Poca gente sull'aereo della JET
Airlines che mi ha portato qui, le pratiche di visto sono veloci e il bagaglio
ancora di piu. Esco e due persone con i sorrisi tipo “Durbans” e un
cartello verde con scritto Kathmandu Guest House, mi fanno grandi
segni e si avvicinano a me e Marika. Un’ olandese che ha lavorato per un
anno in una scuola di un villaggio qui vicino. Era nei volunteer corps,
insegnava ai bambini in cambio di vitto e alloggio. Ci caricano sul
camioncino e siamo già all'uscita dell'aeroporto dove ci imbattiamo nel mio
primo checkpoint. Poi un capannello di
gente ferma poco lontano. Non so cosa fanno, nessuno me lo sa
dire. Forse aspettano qualcosa o qualcuno! Kathmandu mi scorre ai
lati, com'è diversa dalla caoticissima Delhi!
Il tempo di sistemarmi in albergo e già
mi perdo, tra strade dove mi abborda chiunque per vendermi qualunque cosa. Si
vede troppo quando uno è appena atterrato in un luogo! Ma in fondo non è che un
piccolo e neppure troppo seccante pedaggio. Giro senza meta con la sensazione
che qui sia tutto tranquillo, lontano dalle Cassandre che dipingono il paese
nella morsa sempre più stretta di un contenzioso politico-militare sempre più
sanguinoso e lontano dalla fine. I miei pensieri vengono interrotti da una pioggia
a catinelle, mi rifugio sotto l'ombrellone di una bakery e mangio delle paste
oneste.
Il ragazzo che lavora in questo Internet Point da dove sto scrivendo si
chiama Dilip. Gli faccio alcune domande: “no problem”, mi ripete anche lui: i "turisti" possono andare dove
vogliono e nessuno gli fa nulla, i nepalesi invece devono stare in campana.
Dilip si apre un poco e mi sbatte in faccia che se lo fermano i maoisti gli
chiedono chi e' dove va e cosa fa li e quant'altro. I governativi, invece?
Uguale! E allora qual'e la differenza? Lui e fortunato. Mi riferisce
che ha già visitato la maggioranza dei distretti del Nepal senza
incorrere in nessun problema serio. Quando lo fermano gli fa vedere il
suo ID da studente, che pare il suo passpartout per una vita senza troppi
guai. Comunque il governo pare stia dando un gran giro di vite alla realtà
maoista e la PACE sembra piu vicina di prima (parole sue). Ma forse è la
sua giovane età ed un grande ottimismo a farglielo pensare (parole mie), una
specie di inviato speciale che finora ha vissuto tutto questo solo dalla
"tranquilla e civile" Italia.
Namaste'
_____________________________________________
6 luglio 2005
FRATELLI E SORELLE
Il tempo passa e tutto pare non mutare. Nelle ultime ore sulla vetta dell'Everest è arrivato perfino un "bramino", ma il timore e la censura sembrano ancora inarrivabili "vette" da conquistare ed abbattere. Quantomeno nella forma così opprimente con cui vengono ancora vissute e sopportate dal popolo del Nepal.
Il tempo passa e tutto pare non mutare. Nelle ultime ore sulla vetta dell'Everest è arrivato perfino un "bramino", ma il timore e la censura sembrano ancora inarrivabili "vette" da conquistare ed abbattere. Quantomeno nella forma così opprimente con cui vengono ancora vissute e sopportate dal popolo del Nepal.
Ci sono timide proposte di dialogo sia
da l'una che dall'altra parte, ma ancora diritti e libertà vengono quasi
sistematicamente ignorati e calpestati. Pare che siano tutt'ora sottoposti a
controllo sia telefoni che posta elettronica ed anche la tradizionale
corrispondenza continua a subire pesanti perquisizioni...
Adesso il "mondo" è sconvolto
dalle mucillagini che pare affliggano anche i laghi dell'Himalaya! Si, si,
proprio come quelle dell'Adriatico... a me pare tutto quasi impossibile ! Per
fortuna che in mezzo al vuoto ed alle notizie non-notizie ed a non buoni
presentimenti arrivano ogni tanto voci e messaggi di giovani amici. Come quello
del caro Dinesh, nato in un imprecisato giorno dell'inverno '91, che a mia
figlia "unica" Claudia rispondeva giusto qualche giorno fa: "... non preoccuparti se non hai
fratelli e sorelle! Mia sorella Sarita è anche tua sorella come io sono tuo
fratello..."
Per fortuna ci sono i bambini, le loro
aspettative, la loro speranza, la loro fiducia, il loro amore.
30 maggio 2005
UNA DONNA DEL NEPAL SUL TETTO DEL MONDO
Moni Mulepati è una giovane di etnia Newari. Vive nella splendida Bhaktapur ed è appena divenuta la prima donna nepalese “di città” ad aver conquistato il tetto del mondo, la cima del monte Everest. Un’ulteriore testimonianza di come, nonostante tutti i problemi politici e sociali del Nepal, anche la condizione della donna sia in piena evoluzione. Non voglio perdermi adesso in considerazioni tecniche-alpinistiche né soprattutto in giudizi e polemiche con recenti inchieste riguardanti le umiliazioni e le penalizzazioni dell’essere donna oggi in Nepal. Temo che questo tipo di limitata informazione non sia di aiuto a nessuno. Anzi, c’è il rischio che vada ad aumentare una certa confusione in atto ora più che mai tra le altre notizie di imprese himalayane, tra reportage di viaggio “tutto bene e sorrisi” come alcuni programmi televisivi propongono e solidarietà, tra un attentato dei guerrieri rossi ed una rappresaglia governativa. In particolare nell’attuale realtà del Nepal, i diritti della donna non possono dividersi dai diritti dell’uomo e di tutto un popolo e soprattutto nelle fasce più povere e deboli. Forse proprio per queste ed in queste condizioni ha avuto il terreno più fertile la stessa rivolta maoista, nata, al di là delle bandiere e delle fedi, per dare DIGNITA’ di ESSERI UMANI a troppi che non l’avevano. Come si poteva ancora pretendere e tollerare ad esempio, che un nostro simile fosse impiegato in lavori da autentico “mulo” e magari per ½ Euro al giorno! E questo e naturalmente che si trattasse di DONNA o UOMO.
Moni Mulepati è una giovane di etnia Newari. Vive nella splendida Bhaktapur ed è appena divenuta la prima donna nepalese “di città” ad aver conquistato il tetto del mondo, la cima del monte Everest. Un’ulteriore testimonianza di come, nonostante tutti i problemi politici e sociali del Nepal, anche la condizione della donna sia in piena evoluzione. Non voglio perdermi adesso in considerazioni tecniche-alpinistiche né soprattutto in giudizi e polemiche con recenti inchieste riguardanti le umiliazioni e le penalizzazioni dell’essere donna oggi in Nepal. Temo che questo tipo di limitata informazione non sia di aiuto a nessuno. Anzi, c’è il rischio che vada ad aumentare una certa confusione in atto ora più che mai tra le altre notizie di imprese himalayane, tra reportage di viaggio “tutto bene e sorrisi” come alcuni programmi televisivi propongono e solidarietà, tra un attentato dei guerrieri rossi ed una rappresaglia governativa. In particolare nell’attuale realtà del Nepal, i diritti della donna non possono dividersi dai diritti dell’uomo e di tutto un popolo e soprattutto nelle fasce più povere e deboli. Forse proprio per queste ed in queste condizioni ha avuto il terreno più fertile la stessa rivolta maoista, nata, al di là delle bandiere e delle fedi, per dare DIGNITA’ di ESSERI UMANI a troppi che non l’avevano. Come si poteva ancora pretendere e tollerare ad esempio, che un nostro simile fosse impiegato in lavori da autentico “mulo” e magari per ½ Euro al giorno! E questo e naturalmente che si trattasse di DONNA o UOMO.
Insieme a Moni, penso adesso a tutte le
donne che conosco, amiche, mogli o figlie di amici, contadine,
giornaliste, segretarie, manager, studentesse ed insegnanti: Bindu, Tankumari,
Radika, Rosy, Pratima, Rasmila, Kabila, Sunita, Deepa e tante altre. Penso
all’amica scalatrice Upasana Malla, con la quale ebbi modo di condividere nel
1998 la conquista del “lago più alto del mondo”… Donne che, nella condizione
loro e della loro famiglia come nella condizione del loro villaggio o della
loro città, sono comunque “realizzate” e felici.
In queste ore sulla vetta dell’Everest
quasi si è perso il conto degli scalatori che ne hanno conquistato la vetta,
pare che siano arrivate anche due donne iraniane, le prime musulmane … E poi
coreani, messicani e americani. Ed il Nepal continua a far notizia soprattutto
grazie a loro. Oppure per gli “intoccabili” o le varie discriminazioni di caste
o altre condizioni che sanno di pietismo e di squallida povertà. Ma il Nepal è
una realtà ben più complessa e meritevole di ben altra attenzione. Cultura,
tradizioni e storia da Shiva a Siddharta fino a Re Birendra e Pachandra
contribuiscono a farlo sembrare molto lontano. Ma non lo è. Probabilmente
il Nepal è molto più “vicino” di quanto ci si possa immaginare.
13 maggio 2005
E’ in arrivo un data-scadenza piuttosto
importante per la storia del Nepal. Una specie di ultimatum lanciato dalla Rivolta
Maoista nello scorso mese di marzo e riguardante proprio “noi”, turisti e
viaggiatori. Almeno una certa categoria di noi…
«Dal
15 maggio e per sempre, il "SOALTEE CROWNE PLAZA" di Kathmandu
ed il "FISHTAIL LODGE" di Pokhara, diventeranno possibili obiettivi
di attentati e azioni militari. Invitiamo le ambasciate di tutti i paesi a
rendere nota questa decisione ai loro cittadini e respingiamo ogni
responsabilità per quello che dovesse accadere agli stranieri alloggiati nei
due alberghi dal 15 maggio in poi».
Fino
ad oggi i turisti oggetto di attenzione da parte dei guerrieri erano stati
quasi esclusivamente gli escursionisti alle prese con qualche sentiero delle
quasi infinite e magnifiche destinazioni che l’Himalaya offre. Venivano
“gentilmente” fermati da rappresentanti ufficiali di una sorta di vero e
proprio “governo ombra” maoista e, dietro rilascio di regolare ricevuta da
parte del “CPN” (il Partito Comunista del Nepal – maoista), invitati al
pagamento di un contributo-tassa. Qualcosa che ricorda molto il vecchio
“Trekking Permitt” che fino a qualche anno fa veniva richiesto dal governo
ufficiale.
Al di là del semplice atto contro questi
due grandi alberghi, che non certo “a caso” risultano di proprietà dello stesso
Sovrano Re Gyanendra, c’è la sensazione che i guerrieri siano sempre più nella
condizione e nell’intenzione di lanciare un vero e proprio attacco alla stessa
valle di Kathmandu. Il solo luogo apparentemente rimasto sotto il totale
controllo governativo.
Dal panorama sempre semi-desolante del
trattamento in cui a mio parere i grandi “media” relegano la crisi del Nepal si
segnalano ogni tanto “voci”, testimonianze e tentativi d’ informazione, un po’
come vorrebbero essere le mie stesse note (!).
Tra queste voglio oggi segnalare (e ringraziare) per il loro lavoro ed il loro impegno
Alessandro Gilioli (de “L’espresso-on line”) e Padre Bernardo Cervellera,
direttore di “ASIA NEWS” con cui, tra l’altro,
ho avuto modo di scambiare direttamente qualche opinione e sensazione.
E proprio da “Asia news” riprendo alcune parole di Giovanni Paolo II° da “Alzatevi, andiamo!”. Un modo per esprimere adesso un motivo al mio impegno ed al mio stato d’animo, con la speranza che magari in qualche modo possa divenire anche vostro, per il Nepal, o per lo stesso vicinissimo Tibet, o magari Sumatra di cui tutti adesso “sappiamo”(…) o, perchè no, la stupenda Birmania o un altro dei tanti altri “paradisi” di questa grande parte del mondo:
E proprio da “Asia news” riprendo alcune parole di Giovanni Paolo II° da “Alzatevi, andiamo!”. Un modo per esprimere adesso un motivo al mio impegno ed al mio stato d’animo, con la speranza che magari in qualche modo possa divenire anche vostro, per il Nepal, o per lo stesso vicinissimo Tibet, o magari Sumatra di cui tutti adesso “sappiamo”(…) o, perchè no, la stupenda Birmania o un altro dei tanti altri “paradisi” di questa grande parte del mondo:
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo
millennio”
Lalitpur, 1 maggio 2005
Lalitpur, 1 maggio 2005
VERSO IL TIBET E VERSO RINNOVATE
SPERANZE DI "APERTURA"
Pare proprio che l'anno 2062 sia
iniziato sotto positivi auspici. Grazie all'impegno della Svizzera, al summit
dei paesi di Asia ed Africa tenuto nei giorni scorsi a Singapore e ad una
piccola serie di coincidenze (?) la giornata di oggi potrebbe costituire un
tassello importante verso un migliore futuro per il Nepal: come dire, un
"primo maggio" da ricordare...
Il primo indubbiamente è la revoca, da parte del Sovrano Re Gyanendra, dello stato di emergenza da lui stesso imposto il "famoso" 1 febbraio scorso. Il ritorno alla libertà di informazione e di attività politica, fino ad oggi proibite ed assai penalizzate, dovrebbe essere motivo essenziale di garanzia verso un'autentica ripresa del processo di democratizzazione del Paese. L'obiettivo, tanto auspicato quanto poco nascosto, sono sicuramente le "libere elezioni" che oramai da troppo tempo il popolo reclama.
Ma c'è un altro segnale che "ha preso il via" da questa storica città della valle di Kathmandu. Lalitpur è l'antico nome di Patan, la città della bellezza, e proprio da qui che è appena partito il primo collegamento di linea "via terra" tra il Nepal ed il Tibet. "Bus" trans-himalayani collegheranno Kathmandu con Lhasa attraverso oltre 1.000 Km. di una strada tanto piena di fascino quanto di salite e disagi. Saranno necessari almeno TRE giorni (!) di viaggio ed il collegamento dovrebbe avere per il primo anno una frequenza settimanale, ma è sicuramente importante il tipo di "proposta".
C'è sapore di politica e di rapporti ed equilibri tra "vicini" (India e Cina), ma c'è di sicuro anche e finalmente più di una sensazione di un qualcosa che "apre".
Tutto sarà da verificare nei prossimi tempi. Certo che sia verso il Tibet che verso la Libertà e la democrazia, le strade non sembrano e non sono delle più agevoli. Ma è altrettanto certo che sono le UNICHE che possano garantire un futuro di progresso e di Pace.
Il primo indubbiamente è la revoca, da parte del Sovrano Re Gyanendra, dello stato di emergenza da lui stesso imposto il "famoso" 1 febbraio scorso. Il ritorno alla libertà di informazione e di attività politica, fino ad oggi proibite ed assai penalizzate, dovrebbe essere motivo essenziale di garanzia verso un'autentica ripresa del processo di democratizzazione del Paese. L'obiettivo, tanto auspicato quanto poco nascosto, sono sicuramente le "libere elezioni" che oramai da troppo tempo il popolo reclama.
Ma c'è un altro segnale che "ha preso il via" da questa storica città della valle di Kathmandu. Lalitpur è l'antico nome di Patan, la città della bellezza, e proprio da qui che è appena partito il primo collegamento di linea "via terra" tra il Nepal ed il Tibet. "Bus" trans-himalayani collegheranno Kathmandu con Lhasa attraverso oltre 1.000 Km. di una strada tanto piena di fascino quanto di salite e disagi. Saranno necessari almeno TRE giorni (!) di viaggio ed il collegamento dovrebbe avere per il primo anno una frequenza settimanale, ma è sicuramente importante il tipo di "proposta".
C'è sapore di politica e di rapporti ed equilibri tra "vicini" (India e Cina), ma c'è di sicuro anche e finalmente più di una sensazione di un qualcosa che "apre".
Tutto sarà da verificare nei prossimi tempi. Certo che sia verso il Tibet che verso la Libertà e la democrazia, le strade non sembrano e non sono delle più agevoli. Ma è altrettanto certo che sono le UNICHE che possano garantire un futuro di progresso e di Pace.
14 aprile 2005
UN NUOVO
ANNO INIZIA OGGI IN NEPAL, IL "2062"
L'agenzia giornalistica "SWISSINFO”
nei giorni scorsi ha battuto finalmente una notizia “costruttiva”, e non solo
per il Nepal.
Grazie all’impegno che negli ultimi anni la Svizzera ha profuso a favore del rispetto dei diritti umani e della democrazia in Nepal, è stato firmato un accordo presso le Nazioni Unite tra l’alto commissario Louise Arbur ed il ministro degli esteri nepalese Ramesh Nath Pandey. L’accordo prevede che al più presto l’ONU possa aprire propri uffici a Kathmandu ed in altre località per osservare l’evolversi della situazione che proprio negli ultimi giorni ha nuovamente registrato picchi notevoli di violenze da ambo le parti.
L’ambasciatore svizzero all’ONU ha ribadito che se non si vedranno progressi il governo della Svizzera sarà costretto ad interrompere i rapporti di cooperazione che da anni ha avviato con il Nepal.
Onore quindi all’impegno dei nostri vicini “alpini” che al momento paiono la sola voce politica del mondo ad affrontare con impegno e continuità il problema della grave situazione del Nepal.
La comunità internazionale ancora sembra lontana dal capire come in fondo anche questa crisi delle terre dell’Himalaya potrebbe ritorcersi contro anche al resto della Terra, anche se in ballo non ci sono petrolio od altre ricchezze.
Tra pochi giorni dovrei riuscire nuovamente a verificare di persona gli effetti di quest’ennesima, ed annunciata, forte ripresa di guerriglia. Mentre pare proprio che una nuova minaccia possa allargare i pericoli, alla popolazione e non solo: le mine.
Ci sono già i primi segnali e le prime vittime e soprattutto ancora sfugge l’entità dell’estensione di questa terribile operazione maoista sulle strade del Paese.
Grazie all’impegno che negli ultimi anni la Svizzera ha profuso a favore del rispetto dei diritti umani e della democrazia in Nepal, è stato firmato un accordo presso le Nazioni Unite tra l’alto commissario Louise Arbur ed il ministro degli esteri nepalese Ramesh Nath Pandey. L’accordo prevede che al più presto l’ONU possa aprire propri uffici a Kathmandu ed in altre località per osservare l’evolversi della situazione che proprio negli ultimi giorni ha nuovamente registrato picchi notevoli di violenze da ambo le parti.
L’ambasciatore svizzero all’ONU ha ribadito che se non si vedranno progressi il governo della Svizzera sarà costretto ad interrompere i rapporti di cooperazione che da anni ha avviato con il Nepal.
Onore quindi all’impegno dei nostri vicini “alpini” che al momento paiono la sola voce politica del mondo ad affrontare con impegno e continuità il problema della grave situazione del Nepal.
La comunità internazionale ancora sembra lontana dal capire come in fondo anche questa crisi delle terre dell’Himalaya potrebbe ritorcersi contro anche al resto della Terra, anche se in ballo non ci sono petrolio od altre ricchezze.
Tra pochi giorni dovrei riuscire nuovamente a verificare di persona gli effetti di quest’ennesima, ed annunciata, forte ripresa di guerriglia. Mentre pare proprio che una nuova minaccia possa allargare i pericoli, alla popolazione e non solo: le mine.
Ci sono già i primi segnali e le prime vittime e soprattutto ancora sfugge l’entità dell’estensione di questa terribile operazione maoista sulle strade del Paese.
Oggi il Nepal festeggia l'inizio di un
nuovo anno. Per il calendario sorico Vikram è già arrivato il "2062"
(...)!
Un augurio alle sue genti: che con
questo nuovo anno possiate finalmente riprendere un cammino di democrazia e
pace, e magari proprio con quel sorriso consapevole e quella serenità
contagiosa che, a chi vi ha conosciuto, avete saputo donare.
6 aprile 2005
OMAGGIO AL
SANTO PADRE
Nessun altro Paese come il Nepal
è riuscito da sempre a darmi emozione ed a creare stupore (lo avrete
capito!!!). E questo indipendentemente dal momento storico in cui l'ho
trovato in questi ultimi venti anni e dalla stessa motivazione della mia
presenza. Che fossi alla ricerca di me stesso nell'immensità dell'Himalaya o
"guida" tra le bellezze incomparabili delle sue città e delle sue
testimonianze di cultura, arte e storia o magari "specialissimo
corrispondente" per qualche media o giornale italiano, sempre ho avuto la
sensazione che quello che vivessi e dovessi in qualche modo trasmettere fosse
di gran lunga lontano dall'intensità della mia esperienza.
Anche lo svolgimento e l'interpretazione
degli ultimi sviluppi sulla crisi governo-maoista non fanno certo eccezione,
pur nella loro drammaticità.
Ma che da oggi anche il Nepal, e le
sue sedi diplomatiche nel mondo, decidesse di issare a mezz'asta la
propria bandiera in segno di omaggio alla scomparsa di Giovannni Paolo II° mi
pare proprio un fatto incredibilmente "eclatante"! Il Nepal:
unico Regno INDUISTA del nostro pianeta... Già mi era sembrato straordinario il
messaggio di cordoglio che Re Gyanendra aveva fatto pervenire al Cardinale
Angelo Sodano nei giorni scorsi !
Non posso
che sentirmi ancora più vicino a Padre Sharma, Padre Pius, Sister Deepa e tutta
la Missione Cattolica che con molta discrezione e concretezza svolge le proprie
attività. Sono anche un po' meno preoccupato dal mancato collegamento
pre-Pasqua e dalla difficoltà in genere di poter con loro direttamente
comunicare. Oggi non vi aggiungo altro, che pure ci sarebbe: dalla Cina
all'India fino alle consuete altalenanti notizie interne di rilasci e arresti,
di scioperi, grida e di silenzi.
Nonostante tutto pare che il turismo sia in ripresa, ed anche questa sarebbe davvero una notizia non indifferente!
Nonostante tutto pare che il turismo sia in ripresa, ed anche questa sarebbe davvero una notizia non indifferente!
Oggi un
viaggiatore in Nepal come in tante altre parti del mondo avrebbe sempre
più la funzione di testimone di Pace che poi sarebbe, al di là di ogni parola
ed ogni bandiera, il modo migliore per ognuno di noi di proseguire il cammino
insieme al "grande Karol".
Oggi dal
Nepal e dalle terre delle montagne più grandi:
NAMASTE', Giovanni Paolo II° !
27 marzo 2005
BUONA
PASQUA
Dal Nepal all'Italia, dall'Himalaya
al Molise ed alla Toscana ed a tutte le altre regioni della Terra, in
questo giorno di Resurrezione che almeno un raggio di speranza possa
raggiungere il cuore di ognuno di noi ! Un po' di SOLE per chi non vede che
buio e tenebre...
AUGURI
e... NAMASTE' !
19 marzo 2005
UN NUOVO IMPEGNO
Stiamo avvicinandoci a quella che i
cattolici definiscono "settimana santa", il periodo di tempo che
ricorda gli ultimi giorni terreni del Cristo: la sua entrata in Gerusalemme,
l'ultima cena, la passione, la morte, la Resurrezione. Al di là della religione
e della fede di ognuno di noi, sarebbe un vero peccato non cogliere il
messaggio universale che questi giorni evocano. E sarebbe ancor meno perdonabile
non approfittare della grande attualità dello stesso messaggio per non cogliere
la grande speranza che esso contiene. La speranza di una
"resurrezione", una nascita a nuova vita, migliore. Ed è con questa
speranza che trasformo in augurio che voglio iniziare questo nuovo
aggiornamento dal Nepal. Un augurio che attraverso impegno e dialogo si possano
finalmente ed al più presto imboccare gli ingressi alle strade più giuste.
Credo che ognuno nel suo piccolo (o nel suo "grande") possa e debba
fare qualcosa, per sé e per gli altri, che poi, come ricordava anche una
canzone di qualche tempo fa "siamo noi".
Un NUOVO IMPEGNO nella vita e nel
viaggio quotidiano può essere l'autentica e sconvolgente sorpresa del nostro
"uovo". Ed il mio augurio di Pasqua è proprio questo: che l'impegno
non sembri troppo oneroso a nessuno, che non sia di spavento ma di
stimolo, che continui un po' ad autogenerarsi tutti i giorni nutrendosi magari
dell'impegno che scorgiamo negli altri... AUGURI a tutti !
Il mio impegno sarà ancora rivolto al
viaggio, soprattutto "fisico", ed ovviamente principalmente rivolto
verso il Nepal. Un NUOVO modo di viaggiare ancora e sempre più consapevole e
preparato. Credo che sempre più il viaggio possa essere un modo concreto di
manifestare il proprio desiderio di Pace, un modo di essere testimoni del
nostro tempo e del nostro mondo e di non chiudersi all'incontro ed alla paura.
Almeno nei tempi e nei modi che sarà possibile progettare, sviluppare e
realizzare.
La prima "tappa" di questo
nuovo percorso prenderà il via proprio il prossimo mercoledì (più o meno
"santo", come preferite voi!). Ci sarà sempre con me una bicicletta,
certo, ma anch'essa assumerà sempre più nuovi significati e valenze, Un po'
come una penna per un poeta o un pennello per un pittore o magari la voce per
un cantante... E la mia bicicletta mercoledì sarà per l'appunto proprio in
compagnia di una grande voce, quella di un giovane tenore: Riccardo
Buoncristiani.
Insieme ad Elisangelica Ceccarelli
saremo su "TVR-TELEITALIA" dalle ore 16,00 (con replica il
24/3 ore 8,00) e tra l'altro tenteremo un collegamento telefonico,
emozionante ed augurale, con la Chiesa di Patan e Padre Antony SHARMA,
Prefetto Apostolico del Nepal.
Ma ho la netta sensazione che comunque e
presto ci saranno altri modi per parlarne ed altre tappe da percorrere...
Dal Nepal oramai da qualche giorno non
si hanno più notizie di scontri e violenze. Verranno taciuti ? O realmente
stiamo andando meglio ? Come dire, le risposte comunque arriveranno,
anche da sole, con il tempo.
Lentamente intanto riprendono anche i
collegamenti di telefonia mobile, le dichiarazioni di buoni intenti si
alternano con piccoli allentamenti di tensione e rilasci di prigionieri.
Ambasciatori che approvano altri che condannano, altri che ancora sono in una
specie di stallo.
Intanto l'Himalaya, come tante altre
zone del nostro pianeta, subisce un eccessivo riscaldamento che provoca un
progressivo, graduale ed inarrestabile scioglimento di ghiacci. I grandi fiumi
dell'Asia risentiranno di piene e successive siccità e con i grandi fiumi tutte
le centinaia di milioni di genti che da quei fiumi traggono la vita. Chissà
quando l'uomo riuscirà a comprendere l'inutilità delle sue lotte e delle sue
guerre, quanto in fondo siano inutili e piccole piccole. L'Himalaya come la
natura tutta è sempre lì a ricordare a chi lo vuole la vera grandiosità del
creato. Chissà quando l'uomo capirà l'importanza di quanto sarebbe grandioso
ammirare ed imparare di nuovo a convivere con la natura, a rispettarla, ad
amarla. Insieme. Chissà...
5 marzo 2005
CONFUSIONE E SMARRIMENTO
E' curioso come uno strano destino
di contese e lotte, di soprusi e guerre caratterizzi sempre
più l'intera area intorno alle più alte vette del mondo dell'Himalaya. In
queste note per amicizia e per amore io tento di seguire le vicende del Nepal,
certo, ma non posso certo non pensare e riflettere alla regione del Tibet, al
Kashmir ad altri "piccoli" focolai irrisolti... Curioso come in
popolazioni di antiche tradizioni e culture, ospitali e sempre ben disposte al
sorriso, non si riesca a trovare i bandoli delle matasse che conducano ad un
futuro di pace. Certo che sono aree "strategiche", ma sono anche così
remote... Da grande amante di quelle popolazioni e di quelle magnificenze e
grandiosità della natura non riesco a non pensare ogni giorno
ad una realtà fatta sempre più di incertezze e confusione che smarrisce:
me come ogni uomo che vorrebbe trovare percorsi comuni attraverso
esperienze di scambio, di dialogo e soprattutto di reciproci rispetti.
In questo clima himalayano di "confusione
e smarrimento" naturalmente anche il nostro Nepal continua ad
apportare il suo quotidiano contributo.
Così mentre Re e Ministri del suo goveno
continuano a "rassicurare" che le restrizioni sono minime ed
indispensabili, che l'informazione è libera e che le attuali disposizioni sono
l'unica via praticabile per combattere la corruzione ed avvicinarsi alla pace,
continuano scontri e rappresaglie, arresti ed intimidazioni.
Ci sono anche governi, come recentemente
quello di Cuba, che approvano e sostengono la presa di posizione di Re
Gyanendra.
Sicuramente particolare è anche la
notizia della prima nascita, presso l'Ospedale di Kathmandu, del primo
bambino "in provetta" del Nepal ! In un paese così povero di
ricchezza e spesso anche di essenzialità, ma dove un incredibile numero di
bambini sono "persi" per strada, mi chiedo: come può essere
consentito e tollerato tutto ciò? Male. Molto male. Credo che questo sia
proprio un caso di male impiego di ricerca scientifica, oltre che d'amore... O
comnque, in ogni caso, un evento non-notizia che contribuisce solamente,
nel suo piccolo o nel suo grande, al caos.
Lo strano accordo di popolo e governo
sull'immunità turistica, definiamo così la condizione che consente ancora a
"noi" occidentali di visitare il paese, dovrebbe portare nella
prossima settimana una delegazione di Agenti ed Operatori del Nepal in Europa,
a Berlino. Ci sarà una fiera del turismo a cui io stesso sono stato invitato.
Spero di esserci, di incontrare amici e di tentare, per me e per voi che seguite
queste note, di fare chiarezza. Almeno un po'...
25 febbraio 2005
PAURA
C'è "paura" tra la
popolazione. Molta paura.
Qualunque sia il ceto (o la
"casta"), la posizione e la propria idea. Nessuno d'altra parte
può sentirsi un mini mo tranquillo: dissidenti e giornalisti,
politici e rappresentanti di organizzazioni varie, governativi e guerrieri
maoisti, nè tantomeno il Re che, pur in una sempre immensa poca considerazione
generale, ha anche ricevuto nelle scorse ora una nota di disappunto e condanna
ufficiale dall'Unione Europea.
Gyanendra del resto è sempre stato assai
meno amato dei suoi recenti precedessori: il padre Mahendra ed il fratello
Birendra. E questo sia per gli "strani eventi" che lo
portarono al trono, sia, e soprattutto, per la poca simpatia ed
affidabilità che la sua persona e la sua discendenza ha da sempre avuto nella
maggioranza della popolazione.
Ma non solo. Gli ultimi fatti e lo
stato di emergenza in cui ancora il Paese vive, fa temere che il peggio non sia
ancora passato, anzi...
Negli ultimi giorni si è
avuta ancora la solita alternanza di liberazioni e presunte concessioni
con una certa ripresa di scontri, anche violenti, tra esercito e maoisti. Ma si
ha la sensazione che il bavaglio messo alle fonti giornalistiche, il perdurare
di arresti domiciliari e non di tanti, ma di troppi, personaggi, anche
ricercatori ed uomini di cultura, le comunicazioni ancora quasi del tutto bloccate
o controllate, non possano essere che la preparazione ad un tentativo (ultimo?)
di controffensiva generale contro l'armata di rivoltosi.
Troppe regioni del paese sono
praticamente sotto il controllo dei guerrieri che piano piano sembrano a
loro volta oramai giunti alle porte di Kathmandu.
La follia più o meno lucida di Re
Gyanendra è proprio nell'estrema difficoltà e probabilissima unicità
dell'ipotetico tentativo: se fallisce, perde. Senza possibilità di appello. Ed
il paese potrebbe avviarsi ad un futuro "dittatoriale" dagli
imprevedibili sviluppi.
India, Inghilterra e Stati Uniti in
prima fila sembrano assai preoccupati di questa eventualità ma purtroppo
sembrano ancor più impotenti nell'evitare ad ogni costo o quasi che essa si
verifichi. E magari danno allo stesso sovrano il pretesto di lamentarsi di aver
interrotto aiuti militari (ed economici) per combattere il
"terrorismo" nepalese... proprio loro!
Sento molta
paura nelle voci e nelle parole dei miei amici. Paura del presente e
sicuramente, ed ancora di più, del futuro.
19 febbraio 2005
CENTINAIA DI ARRESTI NEL GIORNO DELLA
"DEMOCRAZIA"
La giornata di ieri, 18 febbraio 2005,
potrebbe divenire un'altra data "storica" per il Nepal.
C'è una pagoda a Bhaktapur, chiamata
Nyatapola, che di per sè può valere il viaggio. Un luogo, come anche i miei
amici "Turisti-Velisti" Patrizio Roversi e Syusy Blady mi hanno
confermato, è sicuramente tra i più belli del mondo. Bene, quella pagoda è una
specie di allegoria del "5": cinque livelli di tetti, cinque livelli
di gradoni, cinque tipi di simboli, cinque intensità di forze...
La coincidenza del numero "55"
che si è avuta ieri mi ha istintivamente molto ricordato il Nyatapola.
Ma il Nepal purtroppo pare ancora
lontano dal restituirci a pieno la magia di Bhaktapur come quella di
tutti i suoi altri infiniti stupori, dell'uomo e della natura.
Il
"55" di ieri ha portato a far coincidere il compleanno della Regina
Komal con la giornata anniversario della “democrazia". Curioso assai:
mentre nasceva quella che dopo incredibili vicende doveva diventare moglie di
un Re, venivano abolite le leggi Rana che per 104 anni avevano più che altro
soggiogato i livelli più poveri del popolo. Per l'appunto il 18 febbraio
1950...
Ma
se in tutta onestà assai poco interessa come ha trascorso il suo 55°
compleanno la Regina Komal, sicuramente il popolo ha vissuto un'altra
drammatica vicenda di questa sua travagliatissima storia recente. Da tutto il
paese giungono notizie di lotte e arresti tra pacifici dimostranti ed esercito.
Pare che i fermati possano essere centinaia con una maggioranza di appartenti
al Partito Democratico del Congresso e molte anche le donne. Tra i tanti
nomi che penso possano dire poco al lettore, uno in particolare fa però
soffermare la mia attenzione: Shukra Raj Sharma da Mahendrapul,
Pokhara. Adesso fa parte dell'Assemblea Nazionale ma quando io l'ho
conosciuto era sindaco della città di Pokhara, straordinario balcone della
natura alle porte degli Annapurna. Come tanti nepalesi una persona gentilissima
e sorridente con cui dividemmo dei pacifici momenti...
Ma
tanti potrebbero essere gli amici coinvolti di cui non ho più notizie. Tra
l'altro due giorni fa c'era stato un nuovo black-out nelle comunicazioni. Si
voleva probabilmente impedire l'organizzazione di cortei e dimostrazioni nella
giornata della "democrazia". Quantomeno che fossero coordinate. Così
forse è stato, ma così certamente non è servito ad impedire. Dal 1 febbraio
ogni "raggruppamento politico" è vietato, soprattutto se dissidente.
Ma ieri niente poteva riuscire a vietare ad un popolo intero di manifestare la
propria rabbia e il totale disaccordo con le misure di sicurezza
attuate da Re Gyanendra.
La
maggioranza della popolazione è oramai al limite della sopportazione
ed anche alcuni guerrieri maoisti, nei giorni scorsi, ne hanno fatte le
spese. La sensazione è che sempre più genti si rendano conto di essere giunti
ad un punto di non aver più niente da perdere. Politici, lavoratori,
insegnanti, studenti, uomini e donne sembrano sempre più decisi ad assumere un
ruolo importante per il loro destino.
Da grande innamorato di quelle genti e quelle terre vorrei tanto che la comunità internazionale potesse trovare i migliori modi per intervenire. Prima che possa essere troppo tardi.
Da grande innamorato di quelle genti e quelle terre vorrei tanto che la comunità internazionale potesse trovare i migliori modi per intervenire. Prima che possa essere troppo tardi.
13 febbraio 2005
OGGI E' IL IX° ANNIVERSARIO DELL'INIZIO
DELLA RIVOLTA MAOISTA...
... ed anche oggi, come sempre
più spesso accade, le notizie sono contrastanti e contraddittorie sia
con gli avvenimenti e le prospettive, sia con la vita delle genti e le
"normali" ed elementari regole di libertà e democrazia.
Fuori di ogni dubbio è che i
diritti dell'uomo continuano ad essere offesi e non rispettati.
Da alcuni amici, con cui ho avuto modo
di scambiare qualche parola, ho avuto la diretta conferma della
"censura" messa in atto da governo autoritario di Re Gyanendra
all'informazione ed alla libera espressione. Ed ovviamente c'è una
grande preoccupazione per eventuali ritorsioni e restrizioni.
Quindi da ora in poi io stesso dovrò fare molta attenzione non solo ad
indicare nomi, ma anche a non fare intuire le possibili
"fonti" di queste mie note ed aggiornamenti.
Arresti di politici e pacifisti si
alternano a (pochi) rilasci e qualche episodio di ritorno alla normalità di
assai dubbia valenza.
Nelle ultime ore è giunta anche
conferma ufficiale del primo atto importante compiuto dai guerrieri
maoisti sempre dallo scorso, fatidico, 1 febbraio. Ancora dalle remote
regioni occidentali. A Dhangadhi è stata assalita una prigione.
Pare che siano circa "150" i
detenuti liberati, tra cui una cinquantina di guerrieri. Nell'assalto cinque
sarebbero le vittime tra le forze sorveglianti e due tra i maoisti. Anche se,
come del resto in quasi tutti gli altri scontri, è molto difficile dare un
conteggio affidabile dei caduti tra i rivoltosi. Se possono infatti, i
guerrieri recuperano i corpi dal terreno per evitare riconoscimenti ed
eventuali ritorsioni governative sulle famiglie dei caduti.
Così, mentre la figlia di Gijri Prasad
Koirala, un ex primo ministro che tra l'altro mi onorò di un diploma di
ringraziamento per il VISIT NEPAL '98, si è rifugiata in India dopo una fuga
tra le basse montagne del sud, proprio in queste ore sicuramente almeno un gruppo
di dieci spagnoli si sta avviando per un trekking verso gli Annapurna,
su piste e sentieri che conosce assai bene anche la mia bicicletta...
Sembrano
tutti controllati, e impauriti, i nepalesi in questo momento. Anche i moderati,
anche chi avrebbe semplicemente desiderato di lavorare e continuare a far
crescere nel modo migliore i propri figli. Anche con la monarchia !
Lo
"strano", anche se ottimo (?) per noi, di tutti questi anni di lotta
è che mai c'è stato qualcosa di grave contro un turista, al massimo qualche
richiesta di finanziamento con rilascio ricevuta. La mia sensazione è che in
futuro noi continueremo comunque , e se lo vorremo, ad andare più o meno sicuri
e soddisfatti verso l'Himalaya: ma verso quale futuro si sta avviando il Nepal
?
In
tanto caos ed incertezza però un fatto è certo: io sarò sempre con
"lui"!
Patan, 10 febbraio 2005
TUTTI BENE ( !?!?! )
Finalmente buone notizie ! Dalla sede
della Missione Cattolica di Patan Padre Pius e tutta la comunità intorno alla
Chiesa dell'Assunta con il Prefetto Apostolico Padre Sharma, stanno bene.
Nessun problema sembra che si sia avuto neppure nei centri cattolici del resto
del Paese.
Anche Lal Bhadur Tamang da nord della
valle è riuscito ad inviare notizie confortanti. Rajan Sakya, ed il
"group" che rappresenta del Kathmandu Guest House, sia dal
cuore della capitale come dalle altre varie zone
(Buddhanilkanta, Chitwan, Lumbini, Pokhara) dove hanno sedi e corrispondenti,
conferma che tutto è a posto e il ritorno alla "normalità" è stato
tanto rapido quanto lo fu il precipitare della situazione...
C'è qualcosa di contraddittorio però,
che non convince del tutto. Purtroppo la "normalità" degli ultimi
anni è sempre andata verso livelli più bassi soprattutto di tranquillità,
libertà e democrazia ed anche oggi dalla remota regione occidentale di
Dhangadhi giungono notizie di scontri e di morti tra maoisti ed esercito.
Certo che il Nepal ha sempre un suo
fascino particolare ed il suo popolo è fondamentalmente sereno e pacifico, ma
sarebbe un gravissimo errore trascurare anche per pochi istanti la lotta, che
giusto il prossimo 13 febbraio sarà al IX° anniversario del suo inizio, con le
sue profonde motivazioni ed i suoi tanti lutti (oramai abbondantemente oltre
11.000 le vittime).
Sarebbe
soprattutto un errore non tenere bene sotto osservazione l'evoluzione
quotidiana dei rapporti tra Re Gyanendra ed il suo governo e l'India, la Cina,
il resto del mondo.
Kathmandu, 8 febbraio 2005
Dopo una settimana di isolamento
RIPRENDONO I COLLEGAMENTI TRA NEPAL E
RESTO DEL MONDO
Già da ieri è stato finalmente possibile
usare il telefono per le linee interne. Questa notte sono state riavviate anche
le comunicazioni internazionali e le connessioni internet, anche se ancora non
sono al meglio ed anche se sono tutt'ora fuori uso i servizi di telefonia
mobile.
Deepak Gurung, portavoce dell'Esercito
Reale, ha rilasciato le prime dichiarazioni ufficiali a Radio NEPAL ed alla
stampa sugli accadimenti dell'ultima settimana. Naturalmente ancora contraddittorie
e tutte da interpretare, come ad esempio che "nessuno avrebbe da temere
arresti o interventi dei servizi d'ordine all'unica condizione che non
manifesti un dissenso nei confronti della situazione attuale" (...).
La sensazione, e forse anche qualcosa di
più, è che sia in atto un complesso disegno rivolto soprattutto ad uno
stravolgimento di politica interna. Forse sembra più conveniente
"tagliare" a paesi tipo India ed occidente, per avvicinarsi
decisamente alla potenza Cina. Sia come assistenza e appoggio militare che come
alleato per un piano si sviluppo futuro.
Deepak Gurung ha anche rassicurato sul
fatto che negli ultimi giorni non siano avvenuti grandi scontri tra guerrieri
ed esercito e che l'intervento è stato rivolto "semplicemente" nei
confronti di chi non era a favore della presa di potere di Re Gyanendra e del
suo piano triennale di pace.
Resta da verificare nell'immediato il
comportamento che il governo avrà anche nei confronti dell'informazione e dei
giornalisti che sono stati letteralmente imbavagliati per così tanti giorni e
che potrebbero esserlo o subire una pesantissima azione di ulteriore
condizionamento o repressione nei tempi a venire.
Godavari, 6 febbraio 2005
AUGURI PIUS !
Nessuna novità ancora. Ogni via di
"sblocco" pare chiusa come ogni tipo di comunicazione. Ma oggi in Nepal, nel piccolo centro
pastorale della missione cattolica di Godawari, Padre Pius festeggia il
suo compleanno. L'ultima volta che ho avuto un contatto diretto con lui era
molto, molto felice di aver appreso che probabilmente presto ci saremmo di
nuovo abbracciati...
Poi, gli ultimi eventi. Lui e gli altri
sacerdoti, sorelle e mondo cattolico in genere, non dovrebbero correre grossi
rischi. I maoisti spesso transitano dallo stesso centro pastorale in uscita o
entrata della foresta e dei rifugi che essa consente loro, ma non c'è mai stato
alcun problema. A Gorka e in altri centri di scolarizzazione del paese che
hanno subito atti di guerriglia il "problema" non era tanto
costituito dalla religione, ma dalla forma di scuola a carattere
"semi-privato": il maoista è nella maniera assoluta a
favore di una scuola pubblica per tutti !
Il fatto però di non avere più
notizie, il totale isolamento in cui ancora il Nepal si trova non provoca
sensazioni tranquillizzanti.
In ogni caso, carissimo Pius, in
questo giorno così particolare del tuo compleanno, AUGURI amico mio !
E che magari anche attraverso la tua preghiera e la tua fede il
Nepal possa avviarsi al più presto a nuovi giorni di crescita e di serenità che
il suo Popolo merita.
Kathmandu, 3 febbraio 2005
ALTRO
CHE EVEREST !
Ancora bloccate le comunicazioni in
tutto il Paese. Prosegue e pare ancor più complicarsi, perfino
nell'interpretazione dei fatti, la situazione di autentico "colpo di
stato" messa in atto dal sovrano Re Gyanendra.
Decine di politici sono stati più
o meno messi agli arresti, mentre un altro numero imprecisato
di dissidenti si è dato alla macchia.
Al momento non si registrano nè
manifestazioni nè incidenti o scontri particolari. Anzi, c'è addirittura
notizia di alcuni cortei pro-sovrano.
Anche i guerrieri maoisti sembrano colti
a sorpresa dagli ultimi accadimenti ed hanno assunto una posizione di stallo. Del
resto pare confermato che il ministro dell'interno, del nuovo governo
direttamente nominato da Re Gyanendra da poche ore, abbia annunciato
a Radio Nepal l'intenzione di chiamare a breve termine i rivoltosi maoisti ad
un tavolo di trattative. E' dall'agosto 2003 che non si sono più avuti
simili tentativi.
Grossi rischi non dovrebbero
correre i nostri connazionali presenti in questo momento, tra cui spiccano
alcune famiglie di un'associazione onlus, a Kathmandu per un progetto di
adozioni internazionali. Ma c'è incertezza sull'eventuale presenza e numero di
altri italiani o turisti stranieri che comunque stanno subendo restrizioni e
disagi.
Ed ancora il MONDO, con i grandi
"media" e la pubblica opinione in genere, pare quasi del tutto
ignorare questo nuovo drammatico momento che il popolo nepalese vive.
Sembra che questo Paese faccia notizia
solo quando ci offre: dalla cordialità delle sue genti alla inarrivabile
emozione delle sue immense montagne dell'Himalaya.
Adesso che avrebbe tanto bisogno di
aiuto, e che dovremmo essere noi dell'occidente a rendergli qualcosa,
niente. Ma può mai essere vero che sia più semplice
l'impresa di scalare l'Everest che non riuscire in una qualche modo a
collaborare costruttivamente al processo di pace o quantomeno al rispetto più
elementare dei diritti umani ?
Kathmandu, 1 febbraio 2005
IL "GRANDE MALE" DEL NEPAL
Dopo la chiusura degli uffici di
accoglienza dei profughi tibetani dei giorni scorsi altro colpo di scena nella
sempre più travagliata vicenda del Nepal.
Troppo potere per un uomo solo.
All'alba di oggi infatti, Re Gyanendra
ha preso nuovamente il comando dell'esercito e, dopo aver posto sotto arresto
il Primo Ministro Sher Bhadur Deuba e gli altri componenti del governo, si è
assunto in prima persona anche i poteri governativi.
Kathmandu è pattugliata da forze armate
e blindate, ma il sovrano ripete che "non si tratta di un colpo di
stato" (...). Pare che il motivo che ha fatto precipitare la situazione
sia proprio il "fallimento" del governo sia nella repressione della
rivolta, sia nell'impossibilità di mantenere l'impegno nell'organizzare sicure
e democratiche elezioni.
Non è da ritenere certo "casuale"
il fatto che ciò sia avvenuto all'indomani del grande successo elettorale in
Iraq e dell'estrema incertezza ed insicurezza dello stesso sovrano.
Il timore adesso è che per riportare la
"pace" Re Gyanendra utilizzi ancora di più l'unico mezzo di cui sembra
cieco sostenitore: le armi. E la repressione violenta.
Intanto le linee telefoniche sono state
interrotte ed anche i contatti con i nostri amici e collaboratori Lalbhadur
Tamang, Uttam, Rajan Sakya e tutti gli altri sono al momento impossibili.
Bharatpur (Chitwan-NEPAL), 17 gennaio
2005
APPELLO ALLA PACE DEL PADRE DEL CAPO
SUPREMO
Mentre i rappresentanti dei partiti
politici stanno discutendo con le forze di polizia ed esercito e con
il primo ministro Sher Bahadur Deuba sulla possibilità che a breve si
possano svolgere regolarmente ed in sicurezza nuove consultazioni elettorali,
nella regione del Terai, a sud della capitale, si è levato un nuovo ed
importante invito alla soluzione pacifica del conflitto civile.
Sudip Pathak, presidente di HURON, la principale
organizzazione per i diritti dell'uomo del Nepal, è riuscito nell'impresa di
far lanciare un appello alla pace ed al dialogo tra le parti in lotta niente
meno che da Muktiram Dahal, il 76enne padre di Pashpa Kamal, detto Prachanda,
il capo supremo maoista.
Anche se pare che oramai da nove anni
non veda più il figlio sicuramente si tratta di una testimonianza e di un
contributo che in questo momento potrebbe anche avere un peso ed una valenza
molto particolare.
Da Kathmandu giunge notizia di due
addetti alla sicurezza uccisi all'interno dell'Ambasciata dell'India, e
soprattutto dell'arrivo di Samuel Tamrat, consigliere politico ed inviato
speciale del Segratario Generale dell'ONU Kofi Annan. Ed ormai da tempo è noto
che condizione indispensabile posta da sempre da Prachanda e gli altri capi
maoisti per avviare le trattative di pace è proprio la mediazione ONU...
Kathmandu, 11 gennaio 2005
SOLIDARIETA' e TSUNAMI
Anche il Nepal partecipa alle operazioni
si soccorso nei paesi colpiti dal cataclisma del dopo-Natale. Oltre
all'immediato invio di Rs (rupie) 7.000.000 hanno poi fatto seguito anche
un contingente di n°150 soldati "GURKHA", instancabili combattenti
dei nostri giorni. Ma da segnalare anche le manifestazioni spontanee di popolo
che anche ieri si sono tenute nelle strade della capitale sempre allo
scopo di "sensibilizzare e raccogliere".
Pare proprio inutile sottolineare
ulteriormente il valore di simili azioni anche in Nepal che già di per se ha
così tanti di quei problemi a cui la comunità internazionale poco guarda
e comunque ancora poco può fare o fa...
Colletorto (CB) - Italia, 27 dicembre
2004
NATALE
In questi giorni di festa per gran parte
del nostro pianeta giungono dall'Asia notizie terrificanti. Come ben saprete
non si tratta di notizie di "guerre" o di nuove battaglie né dal
Nepal né da altre terre.
Il terremoto apocalittico e le onde
da esso generate ha colpito ancora una volta nella maniera come solo la
natura può fare.
Ogni guerra ed ogni preoccupazione umana
appare niente in confronto ad essa. Ed il grande e magico mistero del Natale
2004 scrive quest'altra pagina che dal dolore e terrore degli occhi e di vite
stravolte, rende ancora più insostituibile la Via della fede e della preghiera.
Che le vicende umane, anche
attraverso queste prove, possano sempre più trovare nell'AMORE le risposte che
ognuno di noi cerca.
Kathmandu, 17 dicembre 2004
QUANDO, COME, CHI …
Anche questa mattina un'esplosione ha
riecheggiato nella valle di Kathmandu. Dopo quella al municipio di Kirtipur di
mercoledì ed una serie di "piccole altre", che oramai sempre più si
allunga, che quasi ogni giorno colpiscono anche in quelli che dovrebbero essere
i territori più controllati e protetti.
Dalle regioni occidentali del Paese
continuano a giungere notizie talvolta contradditorie nei bilanci, ma comunque
univoche su sempre frequenti e sanguinosi scontri.
Gli sviluppi che la delegazione
dell' Unione Europea guidata da Robert Milders e che per tre giorni (dal 13 al
15 dicembre) ha cercato di portare un contributo alla soluzione della lotta tra
forze governative e ribelli maoisti, al momento pare abbia prodotto addirittura
effetti contrari.
Una delle poche notizie positive delle
ultime ore è l'avvenuto rilascio di quattro rapiti dell'organizzazione NGO
- Helvetas tra cui un cittadino svizzero.
Ma con l'avvicinarsi del nuovo anno tra
la popolazione resta sempre più l'angoscia della ricerca di una risposta su
tempi e modi a cui oramai da troppi anni nessuno sembra in grado di dare:
quando, come, chi ?
Kathmandu, 8 dicembre 2004
CONGRESSO DI PACE
Finalmente una notizia
"relativamente" buona. Nei prossimi giorni del 10/11/12 dicembre si
terrà infatti a Kathmandu un congresso internazionale su Pace e Diritti
dell'Uomo a cui parteciperanno 22 paesi AFRO-ASIATICI tra cui India, Sri Lanka,
Bangladesh, Vietnam, Cuba, Cina, Corea, Egitto e Palestina (!). Il
congresso sarà inaugurato dal primo ministro del Nepal Sher Bhadur Deuba.
Popolazione ed opinione pubblica si uniscono per l'augurio che il congresso
riesca a produrre o quantomeno ad indicare nuove e percorribili strade verso il
raggiungimento di dialoghi ed accordi.
Kathmandu, 22 novembre 2004
IMPENNATA DI VIOLENZA
nella battaglia tra rivoltosi e forze
governative in questi ultimi giorni.
Dopo la bomba fatta esplodere presso una
scuola cattolica a Tansen lo scorso venerdì, che per fortuna non ha causato
danni alle persone, ed un'attentato "maoista" che nel nord
dell'India ha causato la morte di 18 poliziotti nella giornata di sabato, ieri altro
tragico episodio.
A Pandon (ad ovest capitale) hanno
perso la vita almeno 66 ribelli e 10 militari in un violentissimo scontro
armato.
Diventa ogni giorno più arduo il
conteggio delle perdite in vite umane tra contendenti e civili ormai
drammaticamente avviato alla cifra di 11.000.
Ed ogni giorno più difficile appare
la possibilità di trovare accordi tra le parti.
Il timore più grande è che si stia
sempre più assottigliando anche il margine di successo
anche
in caso di un deciso intervento da parte di forze di
"mediazione".
4 ottobre 2004 - San Francesco
FIRENZE...
Le ultime notizie sono arrivate
direttamente in Italia, con Fr. Pius Perumana (Pro-Prefetto Apostolico del
Nepal). Ed in particolare durante la permanenza a Firenze (Sesto Fiorentino)
ospite dell'AMICO Marco Banchelli.
Sicuramente il picco maggiore
dell'informazione si è avuto nella giornata di sabato 2, dalle 11,30 alle
12,30, durante la "diretta radiofonica" su LadyRADIO, una delle
maggiori emittenti della Toscana.
Insieme alla conduttrice Alessandra
Maggio tanti sono stati gli argomenti e le novità apprese dalla voce di Fr.
PIUS. Oltre a confermare l'estrema difficoltà nel mettersi ad un tavolo di
trattative e la quasi quotidiana altalena di inviti e proposte, rilanci e
rifiuti dell'una e dell'altra parte il dato più drammatico è sicuramente
scaturito dalla conferma di certe "cifre".
Sia delle vittime sia, e soprattutto, di
chi, più o meno legalmente ha abbandonato il Paese in cerca di migliori
prospettive altrove.
Pare infatti che ad esempio in IRAQ ci
siano attualmente oltre 10.000 nepalesi. E non tutti consapevoli di rischi e di
reali possibilità. Ed ecco che si spiegano anche le "12" vittime di
qualche settimana fa. Il governo e gli atti vandalici, ritorsioni di Kathmandu
furono infatti generati dalla rabbia per come era stato permesso il
reclutamento e l'esodo, spesso, pare, con veri e propri inganni sulla reale
destinazione.
Ma non solo. Negli ultimi due tre anni
il numero di nepalesi che complessivamente hanno lasciato il Nepal per i paesi
vicini pare si aggiri si una cifra di 700/800 mila !!!
Un autentico esercito che pare continui
ad accrescersi con flusso costante...
Confermate le sensazioni e le concrete
prospettive di incontrollabile esodo di questo nuovo popolo di disperati.
Da ricordare, sempre nella "diretta
radiofonica" il contributo telefonico del Cardinale SILVANO PIOVANELLI, del
regista-autore ALDO ZAPPALA' e del Sindaco di Sesto Fiorentino GIANNI GIANASSI.
In mezzo a tutti i problemi (tra l'altro
la Scuola St. JOSEPH ancora non ha riaperto) il messaggio è stato comunque di
SPERANZA e che sicuramente Fr. Pius e tutta la Missione Cattolica come il Nepal
tutto non verranno lasciati "soli"...
24 settembre 2004
I MAOISTI RIFIUTANO COLLOQUI DI PACE
Nei giorni scorsi il governo aveva ufficialmente invitato i guerrieri maoisti a riprendere la via della risoluzione attraverso il dialogo.
Nei giorni scorsi il governo aveva ufficialmente invitato i guerrieri maoisti a riprendere la via della risoluzione attraverso il dialogo.
Proprio oggi il rifiuto: pare che non ci
siano abbastanza garanzie di accordi equi.
Ancora grandi proteste e cortei per le
strade di Kathmandu contro il caro-vita e la repressione.
20 settembre 2004
Genitori "disobbedienti"
vogliono riaprire la scuola per i loro figli
I "551" bambini della Scuola
St. Joseph dovrebbero essere tornati a scuola oggi per la decisione presa dai loro genitori
contro il nuovo irresponsabile attacco dei guerrieri maoisti di domenica
12 ed il conseguente loro "veto" alla ripresa delle lezioni.
I rivoltosi non hanno problemi di
tolleranza verso altre religioni ma contro ogni forma di "scuola
privata", qualunque sia la sua estrazione.
Per questo, periodicamente in questi
ultimi anni, sia a Gorka che in altre località, si sono avuti attacchi più o
meno gravi: strutture cattoliche, come induiste o semplicemente non
statali.
Auguriamioci che la decisione dei genitori
venga rispettata e magari possa essere di piccolo impulso che porti ad una
risoluzione non armata e violenta della soluzione in Nepal.
Ulteriori notizie in "diretta"
nei giorni 1-2-3 ottobre prossimi quando sarà in Italia, ospite del ciclo-nauta
Marco Banchelli, il reverendo Fr. PIUS PERUMANA della Missione Cattolica del
Nepal.
15 settembre 2004
Nuovo attacco dei guerrieri maoisti alla Scuola Cattolica di Gorka
15 settembre 2004
Nuovo attacco dei guerrieri maoisti alla Scuola Cattolica di Gorka
La scuola "St. Joseph" di Gorka è stata nuovamente bersaglio di un attacco dei ribelli rivoltosi maoisti. Gli abitanti della zona attoniti e smarriti oltretutto perchè l'unica colpa del centro curato dalla Missione Apostolica del Nepal, è proprio il tentativo di fornire ai bambini una formazione di qualità migliore. I ribelli hanno detto che hanno preso di mira la scuola "per protestare contro il recente arresto di due loro leader in India e per l'impegno espresso dall'India stessa, durante l'ultima visita del primo ministrro nepalese Sher Bahadur Deuba a Nuova Delhi, ad estendere l'assistenza militare al Nepal contro i guerrieri maoisti ".
Da quando è sorta nel 1994, è la terza volta che la scuola ha dovuto subire un attacco dai ribelli. Negli anni 1999-2001 per minacce subite è addirittura rimasta chiusa.
L' "attacco" è avvenuto nella notte di domenica 12 settembre, quando il direttore della scuola, Padre Denis De Souza, stava per andare a letto. Un gruppo di maoists si è presentato, l'ha obbligato ad aprire i locali ed ha fatto esplodere una bomba. Naturalmente le autorità della scuola e lo stesso Prefetto Apostolico Padre Antony Sharma (amico e fondatore della St Joseph-maschile e della St. Mary-femminile) negano ogni possibile "colpa" e qualunque collegamento all'India. Padre Sharma ricorda anche che l'allora sovrano Re Birendra lo aveva invitato personalmente ad aprire la scuola nelle zone rurali del distretto di Gorkha e di come la scuola abbia quale obiettivo di offrire i massimi benefici ai suoi allievi e non "privilegi".
Tra l'altro i bambini vengono divisi tra maschi e femmine ma non tra "caste", che per un paese induista non è certo particolare indifferente.
La scuola ha attualmente 550 allievi. La tassa più alta è di Rupie 350 (circa 4 Euro) al mese per gli allievi del nono grado. Tuttavia sono stati agevolati quasi 100 allievi, principalmente bambini che appartengono alle Comunità dei Magar e dei Kumal.
La popolazione della Comunità locale ha detto che l'attacco alla scuola ha mostrato chiaramente l'incapacità di distinguere tra una scuola "puro commercio" ed una scuola missionaria per una migliore qualità dell'istruzione. Ironicamente, anche un importante leader maoista, Dott Baburam Bhattrai, è un ex-allievo di una scuola missionaria, la High School di Amar Jyoti Janata (anche conosciuta come la scuola di Luitel) nello stesso distretto (Gorkha) ed ha superato gli esami nazionali solamente pochi anni fa.
3 settembre 2004
Sapete cosa significa il numero 10.000 per il Nepal ?
Pare che sia il totale ufficiale delle vittime della guerra civile che è stato raggiunto nello scorso mese di luglio.Come ormai molti di voi sapranno e ricorderanno, il governo del Nepal decise di rispondere alle rivendicazioni ed agli attacchi dei "maoisti" iniziati nel febbraio del 1996, con le armi, la forza ed il tentativo di totale fisica soppressione dei maoisti stessi.
Con questo spirito sono apparsi assai improbabili negli anni seguenti anche gli sforzi di trovare accordi e di mantenere periodi significativi di tregua, figuriamoci di ricercare possibili accordi sulla strada della democrazia!
... con la Scuola TMB della Valsesia |
Fino a questo momento...
Recentemente sono
esplosi piccoli ordigni anche su mezzi pubblici e in un
"grande" Hotel e solo il caso ci ha tenuto ancora fuori
dalla lista. In questi anni di guerriglia e di paura la già povera
economia del paese se ne è inevitabilmente andata a picco in tutti i settori.
La sola semplice equazione "meno
turismo" ha inevitabilmente portato ad una catena di non-lavoro e chiusure
che è facilmente immaginabile.
Nei giovani ha così preso una vorticosa
impennata la decisione di abbandonare il Nepal ed andare in cerca di occupazioni
dove ce ne fosse la possibilità divenendo magari anche facili prede di uomini e
prospettive
non propriamente corrette...
Ed eccoci alla storia dei 12 uccisi e,
pare, di altre migliaia (?) che, come si dice, dalla padella sono proprio
finiti nella brace, in IRAQ... La mia sensazione è che presto su qualche
barcone della disperazione in arrivo sulle nostre coste vengano segnalate
presenze di un nuovo paese di "disperati", il Nepal.
Mi sento proprio male a questo pensiero.
Male, male.
Forse anche di non aver fatto o provato
a fare abbastanza per questo paese che così tanto mi ha dato.
Marco con Diego Rossetti a Dakshinkali... |
Solamente negli ultimi
tempi personalemente ricordo i grandi scioperi, il rinvio ed i
problemi con il gruppo "CasaNEPAL" di Diego Rossetti, e
l'annullamento del viaggio con la Scuola di Ciclismo di Davide Cassani.
Ed anche qualche anno fa' un
episodio che ebbe come miccia le parole di un attore indiano mi ha
molto ricordato questi ultimissimi accadimenti, che pare colgano, in più o meno
drammatiche opportunità,
motivi di ulteriori slanci ed incrementi
alla lotta.
Un episodio in cui anch'io, con un
gruppetto di ciclisti, mi trovai coinvolto e che vi invito a rileggere...
Altro che nostro "68":
era molto di più.
Perfino la cara "CASA della
COMPASSIONE" in questo momento appare di secondaria importanza.
Il NEPAL, oggi, avrebbe bisogno di ben
altri primari interventi, anche per garantirne un minimo di sviluppo e progresso
che sia valido all'intero suo popolo.
8 settembre 2004 : nuove esplosioni presso l' Hotel MALLA
8 settembre 2004 : nuove esplosioni presso l' Hotel MALLA
Nessun commento:
Posta un commento