L’ “aurea di Alfredo” di Mario Cipollini, “Alfredo, un patrimonio” di Paolo Bettini, l’affettuoso piccolo “moto d’invidia oratoria” del Presidente della Toscana Eugenio Giani, insieme a tante altre testimonianze e vari episodi di ciclismo e vita trascorsi con Alfredo Martini raccontati da tutti i suoi campioni. Tutti presenti lo scorso 18 febbraio in una manifestazione doppia tra Sesto Fiorentino e Calenzano, per ricordare quello che sarebbe stato il giorno in cui il mitico ed inavvicinabile Alfredo avrebbe compiuto 100 anni. Praticamente il solo Francesco Moser è risultato alla fine assente giustificato.
Di tutti i modi in cui avrebbe potuto terminare questo autentico ritrovo di “squadra”, anche perché comunque la storia di Alfredo, di grandi campioni e di ciclismo continua, migliore di certo non poteva esserci dello scambio di emozioni autentiche con l’attuale CT della Nazionale, colui che dopo Franco Ballerini e Paolo Bettini, costituisce l’eredità più autentica del lavoro di Martini con la proiezione dalla sua esperienza al presente verso il futuro: Davide Cassani.
Con Davide già dai primi anni 2000, avevamo parlato e “quasi” portato alla realizzazione, di una mitica traversata ciclistica del Nepal:”…magari avrebbe fatto bene anche a Marco Pantani, venire con noi…”, mi aveva confidato una sera.
Allora, caro Davide, dopo tutti i ricordi e quanto è stato detto, ti sembra difficile aggiungere ancora qualcosa? “Difficile…?!? Ma proprio per niente – mi ha risposto dopo neppure un paio di secondi d’attesa – Parlare di Alfredo non è mai troppo, ma soprattutto è una delle cose più semplici che uno che ha avuto la fortuna di conoscerlo possa fare!”.
E magari sorpreso dall’espressione meravigliata del mio volto ha immediatamente proseguito e precisato: “E’ sufficiente chiudere gli occhi, rivederlo, aprire il cuore…”. Già.
In fondo la vita e la storia di Alfredo Martini ha anche il sapore di qualcosa di antico e eterno, un po’ come una fiaba che sempre ti lascia un insegnamento, un messaggio. E Alfredo così continua ad essere ogni giorno al tuo fianco con la freschezza della sua saggezza e dei suoi insegnamenti vissuti. “E’ proprio come in tante fiabe, caro Marco… - conclude Cassani – ricordi come si chiamava la sua mamma? Regina! E le regine danno la vita ai Re… E per tutti noi oggi che in fondo siamo tutti suoi figli e ‘sudditi’, Alfredo è stato e sarà per sempre il Re migliore del ciclismo e dello sport come di ogni volta che per un qualunque motivo avevamo bisogno di lui. Il Re più amato del regno…”.
Salutandoci, non ho potuto fare a meno di notare che, pure Davide, come me, appena sopra la mascherina, aveva gli occhi lucidi.
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