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domenica 26 aprile 2015

Nepal: attesa, speranza e certezza

Oggi non posso proprio parlare di biciclette o di viaggi, di sport e di momenti di vita comunque "normale". Con scosse più o meno di assestamento che chissà quanto dureranno...
Da un giorno infatti, come tutti saprete, il "nostro" Nepal ha sicuramente iniziato una nuova storia. Ed io con lui. La prima drammatica pagina scritta dalla natura, è tra le più sconvolgenti che si potessero immaginare. 
La "zona" è storicamente tra le più sismiche del nostro pianeta, con l'India che spinge sulla "massa" del Tibet, Cina e alimenta la "grinza" dell'Himalaya, ma certi eventi lasciano sempre e comunque un qualcosa che ti scuote nel profondo. Che ti stravolge nel sentire  e riflettere sull'assoluta precarietà del nostro stato di essere umano che di fatto ha solo una grande risorsa a disposizione per l'intera durata della sua vita: l'Amore. Ed il grande privilegio della scelta nel poterlo scambiare con gli altri.

In Nepal per me è stato come una specie di Scuola dove ho come imparato ad allargare il mio Amore. A tentare di tenere a bada i miei sentimenti meno nobili... Se sono diventato l'uomo che sono, se mia figlia stessa è nata ed è così, lo devo in gran parte al Nepal: straordinaria destinazione della mia bicicletta e della mia anima.
In questi ultimi giorni, e con un entusiasmo sempre maggiore, è anche iniziata una nuova avventura che avrebbe dovuto continuare e crescere la nostra storia. E lo farà. Anche se la scelta di strade e percorsi da adesso sarà ovviamente da modificare.
Ma dopo questa allucinante giornata tutto è ancora prematuro.
Per fortuna (anche grazie ad un servizio "fb") sono riuscito ad avere qualche frammento di buona notizia di amici e strutture che hanno tenuto, ma ne mancano ancora tanti. E l'attesa è atroce. Soprattutto per i miei fratelli Jeetbhadur e Thula. E le loro famiglie...
Per fortuna però c'è comunque anche tanta Speranza. La preghiera che parte dal mio cuore riesce a portarmi tra le rovine che si vedono nelle immagini e oltre. Nei mille angoli di Kathmandu, in tante "case" che sembravano "terremotate" anche da prima: come di certo molti che sono stati in Nepal, magari con me, ben ricorderanno.
Ma la "fortuna" più grande oggi è comunque una "certezza". La mia vita e la mia storia con il Nepal, proseguirà. Anzi... Sarà ancora più importante. 
Il nostro "Campo Base" appena aperto, quello costruito in quasi trent'anni  e soprattutto con tanti volti ed esperienze di viaggi e incontri, superati questi momenti di attesa e speranza, sarà ancora più forte. 
Qualcosa che non si distruggerà mai...

E adesso non posso che unire le mani, flettere leggermente su di esse la testa e rinnovare il mio impegno ed il mio Amore pronunciando il nostro saluto di Vita: NAMASTE' NEPAL.





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