Ivan, Paco, Alvaro e Sergio all'ingresso in Italia |
Ricorda un po' il Celentano e la sua "e non lasciano l'erba" e forse, se fossero stati qualche giorno in più (e magari non ad agosto...) avrebbero scoperto anche qualche nostra "magagna" (!), tuttavia ci pare proprio una gran bella testimonianza e conferma che i ragazzi di oggi hanno anche altri valori, oltre a quelli dell'usa e getta e... dell'automobile!
Grazie e mi raccomando: continuate su queste strade e BUON "VIAGGIO"!
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Da questo nasce il progetto “Pedaladas por la Vega” (Pedalate per la Vega), in cui noi, quattro ragazzi sui vent’anni, abbiamo unito le nostre forze per lottare per il futuro della nostra terra. Siamo Iván González, Paco e Álvaro Peña e Sergio Arboleda, di Granada. Dal 15 luglio al 19 agosto abbiamo preso le nostre bici per realizzare un viaggio che è iniziato dalla Vega di Granada ed ha avuto come destinazione la Toscana.
Lungo la strada siamo passati da diversi paesaggi agricoli del Mediterraneo. Abbiamo visto esempi di tutti i tipi. Da ciò che non dovrebbe succedere a ciò che potrebbe succedere qui, a Granada. Ad Alicante abbiamo visto la tenuta Morote, una piccola parte di quello che rimane di quella vega, poiché il resto è praticamente sotterrato dal cemento e dalla superstrada. Lì abbiamo capito che cosa non dovrebbe accadere: distruggere così tanto terreno per costruire e far passare le strade in modo da dividere i campi. Poi siamo arrivati al Parque Agrario del Llobregat, a Barcellona, in cui non siamo stati ricevuti dai movimenti sociali ma dall’amministrazione, che gestiva il parco dividendolo in parti e occupandosi di renderle adatte all’economia. È anche l’organo incaricato della creazione di un motore socio-economico che non si limiti al far dire “com’è bella la vega”, ma che la sfrutti in modo da trarne un profitto economico. Un esempio di questo è anche il Parco Agricolo Sud di Milano.
Dall’altra parte, siamo stati testimoni del miglioramento delle piste ciclabili e dell’uso della bicicletta andando verso nord. In Francia abbiamo visto piste che arrivavano ad unire paesi. Abbiamo visto la stessa cosa in Italia, dove a Sanremo ne esiste una in onore del Giro d’Italia che attraversa gallerie esclusive per l’uso della bicicletta, in cui la gente passeggiava o faceva sport. La promozione dell’uso della bicicletta è uno degli obiettivi di questo viaggio, per questo al nostro ritorno a Granada abbiamo rivendicato la realizzazione di una pista ciclabile che circondi la Vega e faccia da protezione contro la sua distruzione. Sarà in onore del poeta Federico García Lorca e di tutti gli agricoltori che hanno lavorato nella Vega per secoli e ne hanno modellato il bel paesaggio agricolo.
In Italia ci ha accolti Arianna Fabbri, una professoressa di spagnolo che ha stabilito una rete di scambi con i centri della piattaforma VegaEduca a Granada. Una grande iniziativa per far conoscere ai giovani altre città ed esperienze.
Nella nostra destinazione finale, la Toscana, abbiamo visto un paesaggio che si è preservato in un modo corretto, mantenendo barriere molto forti di protezione contro l’urbanizzazione. Ci ha fatto vedere come, attraverso le leggi, si possa preservare un luogo di una tale qualità socio-economica, culturale e ambientale come la Toscana, che da questo punto di vista è paragonabile alla Vega di Granada.
Questo viaggio ci ha mostrato esempi positivi e negativi dell’impiego dei nostri territori agricoli, questi esempi li stiamo riportando per far conoscere il progetto e i problemi dei nostri campi. Ad ottobre ci saranno alcuni incontri in cui parleremo della nostra esperienza in alcune scuole di Granada con lo scopo di fomentare la coscienza sulla Vega e l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto sostenibile.
La "prof"Arianna Fabbri (dell'IISS CALAMANDREI di Sesto Fiorentino) |
- tradotto, "direttamente" dalla Spagna,
da Claudia Banchelli...
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